Santa Chiara

L’arco antico scoperto anni fa vicino c’è un tubo dell’acqua

LANCIANO. Capannelli di persone hanno seguito gli scavi alla rotonda di Santa Chiara dove il 16 maggio scorso è stato rinvenuto un arco di un ponte presumibilmente di epoca tardo romana. Scavi fatti...

LANCIANO. Capannelli di persone hanno seguito gli scavi alla rotonda di Santa Chiara dove il 16 maggio scorso è stato rinvenuto un arco di un ponte presumibilmente di epoca tardo romana. Scavi fatti per evidenziare meglio il reperto e permettere all’archeologa Roberta Odoardi di effettuare i rilievi - che saranno poi repertati e catalogati - prima di richiudere la buca.

Una scelta, quella di ricoprire l’arco, fatta dall’amministrazione comunale per mancanza di fondi. Come ribadito più volte dall’assessore ai lavori pubblici, Antonio Di Naccio, «non sono stati trovati i 50 mila euro necessari per sistemare una lastra di vetro all’altezza dell’arco in modo che lo scavo fosse visibile».

Una decisione contestata dal capogruppo del Pdl in consiglio comunale, Manlio D’Ortona. «Sono passati sette mesi dal ritrovamento dell’arco antico», dice D’Ortona, «e l’unica cosa fatta è stata quella di restituire alla terra ciò che la terra aveva restituito ai cittadini: seppellire l’arco con la ghiaia e chiuderlo con un lastrone prefabbricato che lo renderà invisibile. E questo nonostante le dichiarazioni dell’assessore Di Naccio che in consiglio comunale sostenne che l’amministrazione avrebbe investito su questo reperto con un intervento che prevedeva la posa di una lastra di vetro adeguata per renderlo visibile e restituirlo al territorio».

Per D’Ortona l’amministrazione «predica bene e razzola male» e manca di progettualità perché, partendo dall’arco, poteva scoprire se c’erano altri reperti verso le torri Montanare, corso Roma e il Torrione». Peccato che questa ricerca poteva essere fatta anche in passato visto che il ponte era stato già scoperto, come dimostra la presenza di una conduttura dell’acqua che sfiora l’arcata scoperta proprio durante gli scavi. Ma l'arco, o parte di esso, fu subito ricoperto in assoluto silenzio.

«Il tubo sfiora l’arco», sottolinea l'assessore Di Naccio, «era impossibile non vederlo, ma si è preferito ricoprilo in silenzio forse perché consapevoli delle difficoltà che sarebbero sorte nel portarlo alla luce, visto anche il punto critico in cui si trova: un incrocio trafficatissimo. Almeno noi l’abbiamo riscoperto e se ci fossero stati i fondi l’avremmo anche reso visibile».

Resteranno comunque le tracce dell’arco. «Lo scavo sarà riempito con inerti e su questi sarà appoggiata una lastra prefabbricata di cemento a secco che ha come compito sia di proteggere l’arco, sia di sostenere l’asfalto sovrastante dove torneranno a transitare auto e bus», dice Di Naccio, «ma sarà realizzato un pannello fotografico del ponte». Sarà appoggiato sul muro dell’istituto De Titta e mostrerà le foto degli scavi e del materiale rinvenuto.

Teresa Di Rocco

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