l’intervento sul fenaroli

LANCIANO. Un drappo color avorio a coprire i fasci littori posti sulla facciata del teatro Fenaroli. Le note di “Bella ciao” ad accompagnare la copertura da parte di due dipendenti comunali. Un lungo...

LANCIANO. Un drappo color avorio a coprire i fasci littori posti sulla facciata del teatro Fenaroli. Le note di “Bella ciao” ad accompagnare la copertura da parte di due dipendenti comunali. Un lungo appaluso a salutare la “scomparsa” di simboli che riportano al fascismo e che nulla hanno a che fare con il teatro. Si è chiusa così, ieri mattina, nella giornata nazionale antifascista promossa dall’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) la polemica sulla copertura dei fasci littori sulla facciata del teatro comunale. Polemica nata già anni fa, dopo il restauro fatto durante la giunta di Nicola Fosco che fece rimettere i fasci, poi scemata, ogni tanto riemersa fino all’esplosione del 25 aprile scorso, quando nella giornata della Liberazione l’artista Nicola Antonelli ha provocatoriamente coperto i fasci con un drappo con su scritto “Art”. Atto che gli è costato una denuncia per occupazione di edificio pubblico e danneggiamenti. Atto però che ha riacceso il dibattito sui fasci in città e ha portato a una raccolta di firme da parte delle associazioni aderenti al Mese della Resistenza per rimuoverli: 430 firme che hanno spinto il sindaco Mario Pupillo a decidere di coprire subito quei simboli.
«È un atto che avrei dovuto fare prima», commenta il primo cittadino, «perché quei fasci sono posticci, un falso storico. Su quasi 172 anni di vita del teatro quei simboli ci sono stati dal 1939 al 1943, sotto il periodo fascista. Sono stati rimossi e poi riposizionati dopo la ristrutturazione negli anni ’90 dalla giunta Fosco. Vanno tolti. È il momento di riallenare la memoria contro fascismi vecchi ed emergenti, xenofobia, emarginazione. Oggi accolgo la richiesta Anpi; copriremo i fasci che toglieremo quando la Sovrintendenza si pronuncerà in merito». Già, perché bisogna precisare che si tratta di una copertura - neanche tanto riuscita visto che il telo è trasparente - perché per la rimozione definitiva serve il via libera della Sovrintendenza.
Un primo passo, dunque. «Una iniziativa unica nel suo genere», precisa Maria Saveria Borrelli, presidente dell’Anpi di Lanciano, «che segna un ulteriore passo in avanti della nostra associazione sul fronte del contrasto ai fascismi. Oggi infatti non c'è solo il vecchio fascismo, il saluto romano da combattere; siamo andati oltre: razzismo, egoismi nazionali, muri e fili spinati contro i migranti, per non parlare delle pagine facebook apologetiche di fascismo e razzismo come evidenzia l’inchiesta nazionale dell'Anpi». «I problemi veri della città sono altri», commenta Tonia Paolucci, capogruppo di Libertà in Azione, «e ben più impellenti della rimozione dei fasci dal teatro. Sorprende poi la risposta immediata del sindaco a questa raccolta di 430 firme visto che tante altre petizioni, con migliaia di firme, non sono state degnate di mezza risposta da parte dell’amministrazione, vedi ad esempio quelle fatte per via Del Mare. L’amministrazione pensi a risolvere i problemi veri della città; scarsa sicurezza, tasse elevate, sanità in ginocchio, scuole insicure, viabilità nel caos, per citarne alcuni”.
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