La Asl taglia anche il geriatra

Lama dei Peligni, il sindaco: distretto sanitario svuotato di servizi, denuncio l’azienda sanitaria

LAMA DEI PELIGNI. È pronto a presentare una denuncia per interruzione di pubblico servizio nei confronti della Asl Lanciano-Vasto-Chieti il sindaco di Lama dei Peligni, Antonino Amorosi. E lo fa dopo l’ennesimo “scippo” subito dalla sede del distretto sanitario del suo paese che serve circa 6mila cittadini sparsi tra i comuni di Colledimacine, Palena, Lettopalena, Taranta dei Peligni, Civitella e Fara San Martino. Lo “scippo” riguarda la cessazione del servizio di geriatria, fondamentale nei paesi dell’entroterra.

«Dal 1° gennaio è stato tolto anche l’ambulatorio di geriatra», racconta il sindaco, pronto a tirar fuori le unghie per difendere il territorio che rimane sempre più senza assistenza sanitaria, «e il geriatra è una figura fondamentale in queste zone ormai abbandonate, che contava circa 500 visite l’anno. Da un po’ la Asl aveva cercato di privarci di questo servizio, di questa specialità, ma grazie alle proroghe siamo riusciti ad arrivare al 31 dicembre. Ma dal 1° gennaio è scattato il taglio». L’ultimo di una serie di tagli, dice il sindaco, visto che nella sede erogativa di Lama oltre al geriatra, non c’è più l’otorino, l’ecografista, persino l’Uvm, l’unità di valutazione multidisciplinare.

«E le conseguenze sono notevoli», precisa Amorosi, «faccio l’esempio dell’Uvm. Abbiamo dei soldi per i contributi alle famiglie con disabili che non possiamo erogare perché non c’è la commissione Uvm che rilascia le autorizzazioni, perché mancano appunto gli specialisti. Non c’è il geriatra, non c’è lo psicologo che formano l’Uvm. Qui l’unica cosa che va avanti è l’ambulatorio di chirurgia, che c’è a cadenza quindicinale. Ma mi va benissimo che ci siano gli ambulatori anche una volta al mese, purchè i servizi vengano assicurati. Anche perché lo prevede la legge. Si parla di medicina del territorio di leggi fatte per sviluppare il territorio, evitare i ricoveri, soprattutto quelli impropri negli ospedali, ma non si investe e per giunta si tagliano i servizi. Per non parlare dell’emergenza-urgenza. La Comunità montana ha due ambulanze che sono di supporto al 118. Vogliamo una postazione medicalizzata, abbiamo detto alla Asl che mettevamo noi le ambulanze, purchè ci davano un medico, ma niente». Un grido di allarme che coinvolge non solo i comuni montani. La chiusura di geriatria, ad esempio avrà ripercussioni anche sull’ospedale di Chieti, dove si intaseranno gli ambulatori dedicati, cresceranno i ricoveri impropri e si allungheranno le liste di attesa. Il tutto sempre a danno del cittadino-utente.

«Ho scritto al direttore sanitario Asl, Pasquale Flacco, per una proroga del geriatra», dice Amorosi, «ma non ancora risponde e siamo a febbraio. Non mi resta altro che la denuncia per interruzione di pubblico servizio». (t.d.r.)

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