La Deco: l'impianto è in regola

Il direttore Pasqualini ai residenti: «Non vogliamo creare problemi»

CHIETI. A quasi un anno dall'avvio dell'impianto di trattamento dei rifiuti di contrada Casoni, arriva un'apertura da parte dell'azienda Deco spa nei confronti dei residenti che da tempo lamentano la presenza di cattivo odore, e che ieri hanno potuto visitare la struttura.

«Abbiamo sempre cercato di fare le cose nel modo migliore, ma ci rendiamo conto che a volte possiamo crearvi dei problemi», ha detto il direttore tecnico della Deco, Roberto Pasqualini, rivolgendosi ad una rappresentanza del comitato cittadino "Il bivio", «voi potreste aiutarci a trovare soluzioni per particolari odori sgradevoli, noi non baderemo a spese».

«Vogliamo venirvi incontro», ha ribadito l'amministratore delegato Paolo Tracanna, «e per questo abbiamo deciso di istituire un tavolo di concertazione con le parti sociali e un osservatorio con il quale mantenere vivo il dialogo attraverso incontri periodici e questionari». Si tratta di una serie di iniziative che la Deco si dice disposta a mettere in campo per cercare di capire quali sono gli orari in cui i miasmi fuoriescono con maggiore intensità e in quali località vengono percepiti. Questi dati verranno poi incrociati con quelli delle centraline e con quelli relativi al rilevamento della direzione dei venti, e si cercherà di adottare provvedimenti mirati.

«Ma l'impatto ambientale zero non esiste», ha detto Massimiliano Il Grande, consulente della Progress srl, la società esterna che si occupa dei rilevamenti, «e spero che nessuno vi abbia mai assicurato una cosa del genere. Quello che possiamo fare è arrivare a ridurre il fastidio il più possibile: se adesso sentite odore cattivo una volta al giorno dobbiamo arrivare ad una volta al mese».

Un passo in avanti c'è stato. Finalmente gli abitanti di Casoni si sentono dire che l'odore c'è. Va a momenti alterni, «di solito la mattina presto e nel pomeriggio inoltrato», ha spiegato Il Grande, ma c'è.

E ieri mattina i nasi di titolari, dirigenti, cittadini, politici e giornalisti si sono dati da fare per cercare di captare eventuali cattivi odori. E se all'ingresso dell'impianto non si è sentito nulla, poco dopo, da un'altra uscita si avvertiva un odore acre. «Ma siamo proprio nel cuore dell'attività», ha detto Nirco D'Amico, direttore dell'impianto, «e tutte le fasi della lavorazione avvengono al chiuso in stato di depressione. I biofiltri funzionano a più del 90%, ma possiamo fare meglio». D'altra parte, per quanto l'impianto sia ben inserito nell'ambiente circostante, da lì passano pur sempre migliaia di tonnellate di rifiuti solidi urbani indifferenziati, la cui componente organica, una volta separata dal ferro, viene stabilizzata e inviata in discarica.

All'incontro c'erano anche la proprietà, rappresentata da Valentino Di Zio, l'assessore comunale all'Ambiente Emilia De Matteo e quello alla Salute, Ivo D'Agostino, oltre ad una rappresentanza di Asl e Arta. Mancava il sindaco Umberto Di Primio, che in una riunione di qualche settimana fa aveva assicurato ai cittadini «la risoluzione del problema dei miasmi». E la sua assenza non è passata inosservata. «La sensazione è che le istituzioni si stiano tirando indietro», hanno detto i residenti, confortati solo dai dati sulla tossicità forniti dall'azienda, «ben al di sotto dei limiti di legge, compresi quelli sulle emissioni», e dalle parole di Pasqualini: «Ci sentiamo ospiti in casa vostra, potremmo limitarci a rispettare la legge, ma non vogliamo rovinare la vostra vita».

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