La nuova giunta? Un romanzo senza fine

Il Pupillo-bis era annunciato per lunedì. Troppe le rivalità. E al telefono non risponde più nessuno

LANCIANO. Si sono blindati in un silenzio ermetico, rotto solo dalle voci che, alternativamente, davano per certo il rientro o la definitiva uscita di Progetto Lanciano dalla maggioranza di centrosinistra. Telefoni staccati o che hanno squillato a vuoto, bocche cucite.

Nel giorno in cui il sindaco Mario Pupillo avrebbe dovuto ufficializzare la nuova giunta (già slittata da lunedì), i protagonisti si sono resi irreperibili, impegnati in una fitta sequela di incontri che dalla mattina sono continuati fino a sera inoltrata. Difficile per gli stessi consiglieri comunali non coinvolti direttamente nella “trattativa” conoscere gli sviluppi e mettere una parola fine a questo romanzo che si è composto di qualche capitolo di troppo.

Sì, perché all’origine doveva essere solo una riflessione sulle deleghe di alcuni assessorati, considerati “ingolfati”. Poi ha preso corpo l’idea di un rimpasto di giunta con il cambio, al massimo, di un paio di assessori.

Nel frattempo è scoppiato il “caso Progetto Lanciano”, con il gruppo del vicesindaco Pino Valente che ha fatto una fuga in avanti sull’argomento più delicato e spinoso: l’abbassamento delle tasse. Come a segnare una differenza tra chi era pronto alla battaglia per alleggerire la pressione fiscale e il resto della coalizione.

A questo si è aggiunto il nuovo gruppo consiliare di Davide Caporale e Gabriele Di Bucchianico, che hanno invocato l’azzeramento della giunta, “colpevole” di aver fatto poco nei primi 30 mesi del mandato amministrativo.

Punto nel vivo, Pupillo ha dato seguito all’azzeramento, inteso, però, più come un rimettere la palla al centro e, libero da condizionamenti, riconfermare alcuni nomi in giunta. Almeno quattro - Valentino Di Campli e Pasquale Sasso del Pd, Evandro Tascione (Lanciano nel cuore) e Dora Bendotti (Lanciano in Comune) - non sono mai stati in discussione, circostanza che non ha mancato di accendere nuove polemiche.

Proprio sul numero di assessori da cambiare - prima 4, poi 3, alla fine 2? - sembra si sia giocato il ritorno a casa di Pl, che minacciava l’appoggio esterno. Ma l’idea di un’“anatra zoppa” - senza Pl la maggioranza avrebbe 11 consiglieri certi contro i 10 di opposizione - e di dover elemosinare voti di volta in volta a questo o a quel consigliere di minoranza, non ha mai convinto davvero, se non qualche temerario che consigliava la linea dura contro Valente e i suoi. Così si è lavorato, nel silenzio, per riconfermare la maggioranza uscita dalle urne nel 2011.

Giovedì, ben oltre la settimana auspicata, la nuova squadra di assessori potrebbe vedere la luce. La città chiedeva di fare prima, di fare presto. (s.so.)

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