Le pre-selezioni del 5 e 6 maggio rischiano di saltare. In ballo 21 assunzioni a tempo indeterminato

La Regione blocca il concorso Sasi

Duemila candidati in attesa da due anni. L’Ato: «Sospendete le procedure»

LANCIANO. Bloccato venti giorni prima della prova. Il concorso indetto dalla Sasi due anni fa per coprire 21 posti a tempo indeterminato, 5 da impiegati e 16 da operai, non si farà. La Regione ha invitato l’ente a sospendere la selezione per vizi procedurali.
Una doccia fredda per i duemila candidati che sognano di conquistare l’ambito posto fisso. Il concorso è stato bandito da due anni, ma per ora non si sono tenute nemmeno le prove di pre-selezione. La Sasi le aveva appena fissate per il 5 e 6 maggio nell’area fiera dell’Iconicella, ma ora rischiano di essere di nuovo rinviate.

«Questo concorso non s’ha da fare». A bloccare la selezione indetta dalla Sasi (società che gestisce il servizio idrico integrato - nella foto la sede) per 21 posti a tempo indeterminato è il commissario straordinario dell’Ato, Pierluigi Caputi.
Indetto due anni fa per chiudere la pratica delle assunzioni a chiamata diretta, che nel 2005 fecero scivolare la società del servizio idrico al centro delle polemiche, il concorso è oggetto di continui rinvii. Non sono bastati i due anni in attesa che la commissione esaminatrice verificasse la regolarità delle domande pervenute. I duemila aspiranti dovranno attendere ancora per tentare almeno di superare la pre-selezione, resa necessaria dalla mole di domande: 1.700 per i 5 posti da amministrativo e 346 per i 16 posti da operaio.

Per ora i candidati possono riporre libri e sogni: la Regione ha bloccato il concorso. «Si intima al gestore di sospendere immediatamente le procedure concorsuali fino a che non avrà fornito gli elementi necessari per legittimare il procedimento, viziato dalla violazione degli obblighi convenzionali tra gestore ed ente d’ambito», si legge in una lettera inviata alla Sasi e ai sindaci soci dell’ente dal commissario Ato, Caputi. Uno stop che la Sasi aveva già avuto il 4 febbraio 2008 dall’allora commissario Ato, Antonio Sorgi.

«Un blocco che condivido», commenta il sindaco Filippo Paolini (Pdl). «Non può fare concorsi un ente che si sottrae al controllo - la vigilanza sugli atti da parte dell’Ato - che ha un cda in scadenza, e che deve fondersi da 2 anni con l’Isi, la società che gestisce il patrimonio e che ha un bilancio impugnato dai sindaci. Le assunzioni resterebbero sulla carta».

«I nodi vengono al pettine», sentenzia il sindaco di Fara, Antonio Tavani (Pdl). «Senza il controllo degli atti l’Ato non dà il via libera per concorsi e assunzioni. Ma, la Sasi non fa conoscere gli atti neanche ai Comuni soci».
Anche per il presidente della commissione regionale bilancio, Emilio Nasuti è una follia fare un concorso senza l’approvazione dell’Ato, con i conti sospesi e un cda in scadenza e monco. «È necessario favorire l’occupazione», conclude Nasuti, «ma anche dare la certezza del pagamento degli stipendi. Più che il concorso la Sasi deve convocare l’assemblea dei sindaci, che devono eleggere un cda in grado di rimettere conti e carte in regola e ripartire, evitando di perdere i finanziamenti».

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