La sindaca di Monteodorisio dopo l’incendio dell’auto: «I miei figli terrorizzati, non mi piego alle minacce»

Il messaggio: «Il rogo intimidatorio mi ha reso ancora più forte, vado avanti». E l’appello ai concittadini: «Aiutatemi a scoprire chi ha minato la nostra serenità»
MONTEODORISIO. Catia Di Fabio è un’esponente di Fratelli d’Italia, sindaca di Monteodorisio dal 2019. Al Centro racconta il suo stato d’animo dopo che l’auto le è stata incendiata l’altra notte da ignoti.
Sindaca Di Fabio, una notte tremenda?
«Sì, ho avuto paura, tanta. Per me e per i miei figli. Sono davvero sconvolta».
Immaginava che dopo le scritte offensive potessero colpirla ancora?
«Ero pronta ad altri insulti, quelli sì. C’è chi non la pensa come me, dal punto di vista politico. E ci può stare. Ma questa volta hanno esagerato, hanno toccato la mia famiglia. Hanno spaventato i miei figli e questo non dovevano farlo. Sono impaurita, ma anche decisa a combattere le violenze».
Ci racconta che cosa è accaduto?
«Io e mio marito siamo stati svegliati da nostro figlio di 12 anni. È stato lui a vedere per primo le fiamme. Era terrorizzato, gridava. Mio marito ha cercato di fermare il rogo gettando dell’acqua dal terrazzo. Poco dopo sono arrivati i vigili del fuoco e i carabinieri».
Ha idea di chi possa essere stato? Ha ricevuto delle minacce?
«Assolutamente no. Non ho idea di chi possa aver voluto colpirmi in questo modo».
Lei è sindaco di Monteodorisio dal 2019 ed è anche consigliere della Provincia di Chieti. Ritiene che quando le stia capitando sia riconducibile all’attività amministrativa?
«Sto cercando di capire. E anche di ricordare se vi sia stato qualche episodio legato a questo gesto. Ma no. Non ritengo di avere fatto del male e nessuno. Perché sono convinta di avere amministrato sempre nel modo più corretto. Agisco nella piena legalità, come è ben dimostrabile. Mi rendo conto che il mio modo di fare può non piacere a qualcuno, ma non mi piego. Al contrario, questo incendio intimidatorio mi ha reso ancora più forte. Andrò avanti».
La prefettura l’ha messa sotto vigilanza, predisponendo un controllo da parte dei carabinieri. La ritiene una misura necessaria?
«Mi sento più tranquilla e per questo ringrazio il prefetto di Chieti. Ora quello che voglio è arrivare alla verità. Costi quel che costi, farò di tutto per arrivare a scoprire chi ha potuto farmi una cosa del genere. A tal proposito, lancio un appello ai cittadini. Dovete aiutarmi a scoprire chi ha colpito così duramente me e questa tranquilla comunità, spaventando dei bambini. Nessuno deve permettersi di toccare la mia famiglia. Sono arrivati sotto casa, violando la mia intimità e questo non posso permetterlo. Confido pienamente nell’operato dei carabinieri, ai quali darò il massimo supporto. L’autore o gli autori di questo incendio vanno identificati. Il gesto non può restare impunito».
Ha pensato di mollare?
«Neppure per un istante. Quello che ho fatto l’ho fatto convinta che fosse giusto. Proseguirò più determinata che mai. Noi sindaci siamo quelli che hanno un contatto più vicino con i cittadini e per questo finiscono più facilmente nel mirino. Ma un conto è protestare e contestare civilmente, un altro è arrivare a mettere a rischio la tua vita e quella della tua famiglia. Chi ha innescato il fuoco deve pagare».
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