Lanciano, contrade senz’acqua: 600 firme contro il disservizio

Residenti infuriati: ora basta, la Sasi risolva il problema segnalati casi di gastroenterite tra alcuni residenti

LANCIANO. «Ora basta. Vogliamo l’acqua». È la richiesta semplice per quanto disarmante e decisa che arriva dai residenti delle contrade di Lanciano e del quartiere Santa Rita. Protestano contro la Sasi, la società che gestisce il servizio idrico integrato, accusata di aver messo in ginocchio centinaia di famiglie, togliendo l’acqua ogni giorno.

«Da anni facciamo i conti con l’acqua che scarseggia in estate», spiega il presidente dell’associazione culturale apartitica “La nostra valle” che ha sede a Villa Elce e che si è fatta portavoce dei disagi, «ma da alcuni mesi l’acqua ci viene tolta dal pomeriggio e la situazione ora non è più tollerabile». Nelle contrade i rubinetti restano a secco tra le 14 (soprattutto a Fontanelle) e le 22 fino alle 7 o le 10 del mattino dopo. Troppe ore. Così, presa carta e penna, l’associazione in tre giorni ha girato tra le contrade per raccogliere le firme dei residenti avviando una petizione di protesta e richieste da presentare al sindaco, Mario Pupillo, e alla Sasi. Ha raccolto circa 600 firme da parte di gente che, raccontano gli associati, è a dir poco “infuriata”.

«Abbiamo raccolto centinaia di lamentele», dice Giovanni Ferrante, presidente dell’associazione, «e abbiamo deciso di doverle portare all’attenzione del sindaco e dell’amministrazione. Da qui la scelta di una petizione sottoscritta finora dai residenti di Villa Elce, Villa Andreoli, Fontanelle, Rizzacorno, Villa Pasquini e Iconicella. Stamattina saremo davanti la chiesa dello Spirito Santo a Santa Rita per chi volesse firmare la petizione in cui chiediamo al sindaco di convocare la Sasi per risolvere l’emergenza idrica».

E per avere delle risposte. E le domande non riguardano solo “il perché” manca l’acqua, nonostante sia stato attivato il nuovo acquedotto con una portata maggiore, ma anche qual è la qualità dell’acqua che bevono. «Ogni volta che viene reimmessa l’acqua», racconta il tesoriere dell’associazione, Aldo Primomo, «dobbiamo aspettare a lungo prima di bere e di lavarci perché è piena di terriccio, è color ruggine. Il sapore, poi, lascia a desiderare. Diverse famiglie hanno segnalato di aver avuto delle gastroenteriti dopo aver bevuto l’acqua. Per questo nella petizione chiediamo anche che vengano controllate le caratteristiche organolettiche e chimiche della risorsa idrica. Nel frattempo, siccome non siamo sicuri di quello che beviamo, spendiamo soldi per comprare acqua minerale».

Altri soldi vanno via per i consumi maggiori di corrente visto che le lavatrici devono essere accese nelle ore in cui l’energia costa di più. «Inoltre vorremo sapere se paghiamo anche l’aria», aggiunge Primomo, «perché i contatori girano prima che torni l’acqua e perché paghiamo per fogne e depurazione se non li abbiamo».

I residenti non dimenticano poi l’accusa di Scutti, dei maggiori consumi a sud della città per la presenza degli orti. «Non siamo matti da irrigare gli orti, che sempre meno, con l’acqua potabile che neanche c’è», fanno notare gli associati, «piuttosto la Sasi controlli le perdite, le tubature usurate e rotte».

Teresa Di Rocco

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