Lanciano, la Sangritana assumema la Cgil dice no a 32 posti di lavoro

Bloccate le nuove assunzioni nell'azienda di trasporti ferroviari della provincia di Chieti. Il sindacato boccia il piano del personale della società: "È inconcepibile, l'azienda incentiva i prepensionamenti"

LANCIANO. No a 32 assunzioni nella società Sangritana, col trasporto pubblico locale che rappresenta la seconda voce pesante di spesa nel bilancio della Regione e in tempi di dissesto economico della sanità. Lo sostiene la Filt-Cgil della provincia di Chieti. Anche perché quelle assunzioni cozzano col piano degli incentivi finanziari ai prepensionamenti del personale. E poi ci sono dipendenti che escono dalla porta e rientrano dalla finestra, ossia «vanno in pensione ma diventano consulenti». Di qui la necessità di «ripensare più attentamente il programma di riorganizzazione della società regionale di trasporto per evitare costi aggiuntivi in un'azienda che ha sì grandi risorse economiche, ma che vanno investite nell'ammodernamento delle infrastrutture e sulla valorizzazione del personale di ruolo preparato nel ramo ferroviario, professionalità che all'esterno non si trovano».

A farsi censore delle 32 assunzioni previste dalla Sangritana, una delle tre aziende di trasporto della Regione, è Sabatino Salviani, segretario generale della Filt-Cgil di Chieti. Per il sindacalista, lo scorso 31 dicembre, alle 14,54, i vertici della Sangritana gli hanno inviato una e-mail per segnalare l'ordine di servizio sull'attuazione del nuovo organigramma della società con la previsione, appunto, di un incremento di 32 dipendenti che porta l'organico da 363 a 395 unità. Tutto ciò, secondo Salviani, all'indomani della decisione della giunta regionale di arrivare entro aprile alla creazione di due sole aziende di trasporto sulle tre esistenti: Sangritana, Arpa e Gtm.

«Non siamo contrari alle nuove assunzioni annunciate nel piano della Sangritana», dice il sindacalista, «ma nell'azienda è in corso il prepensionamento di almeno 17 unità per ridurre i costi aziendali. Il problema è che la maggior parte dei servizi si sposta sulla Rete ferroviaria italiana e non giustifica un'amministrazione così grande come oggi si presenta la società di Lanciano. Tutto ciò mentre si discute sul rincaro dei biglietti per gli utenti, già fortemente penalizzati; su una diversa e più razionale organizzazione del trasporto pubblico locale; sui tagli dei chilometri di trasporto pubblico con la conseguente riduzione dei servizi alla popolazione; sul massimo rigore per la spesa pubblica».

Una stoccata il sindacalista della Filt-Cgil la riserva anche alla struttura amministrativa della società frentana, «un piccolo ministero dei Trasporti con un consiglio di amministrazione con il presidente, un direttore generale con un vice, sei dirigenti di settore, 23 quadri aziendali, oltre 70 impiegati, esclusi i quadri, e 14 consulenti. Il giudizio sull'opportunità di approvare e attuare la nuova pianta organica», sottolinea Salviani, «lo lascio alla gente e alla classe politica che governa la Regione e un appello va alle forze di minoranza per un loro intervento. La Sangritana ha bisogno sì di riorganizzare i propri organismi interni, adeguandoli alle nuove realtà e necessità del trasporto pubblico locale, e ha tutte le forze e professionalità interne per farlo, ma senza creare costi aggiuntivi, senza adottare provvedimenti penalizzanti verso alcuni dipendenti e senza fare tante promozioni».

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