Le bombe di guerra fatte esplodere al largo

Il Nucleo Sdai mette in sicurezza il lido dopo il ritrovamento della santabarbara alla foce del Lebba

VASTO. Anche gli ultimi ordigni restituiti dal mare sono stati fatti brillare. I residuati bellici inglesi risalenti alla Seconda guerra mondiale, erano spuntati fuori alla foce del torrente Lebba. Alcuni erano in una cassetta: 24 bombe da 2 pollici illuminanti; altre 2 bombe da mortaio da 3 pollici, un proietto da 90 millimetri e un proietto rotto da 75 mm a poca distanza. I residuati, ancora con esplosivo e quindi potenzialmente pericolosi, sono stati opportunamente imbarcati e trasferiti in una zona di sicurezza dai palombari del Nucleo Sdai (Sminamento difesa antimezzi insidiosi) di Ancona, competente per territorio e, successivamente, fatti brillare in un idoneo punto individuato a circa un miglio dalla costa mediante il posizionamento sullo stesso di una cosiddetta “contro carica” esplosiva.

Le operazioni, disposte dall’Ufficio territoriale del governo (ex prefettura) di Chieti, si sono svolte con successo e in totale sicurezza sotto il coordinamento e con l’assistenza logistica della guardia costiera di Vasto, grazie all’impiego della motovedetta CP 517, che ha inoltre collaborato alle operazioni di messa in sicurezza del tratto di mare interessato dalle operazioni di brillamento.

«Grazie ai palombari assegnati agli Sdai di La Spezia, Taranto, Ancona, Augusta, Cagliari, La Maddalena, la Marina militare riesce ad assolvere al compito primario di bonificare le migliaia di ordigni bellici inesplosi che ogni anno vengono ritrovati nei porti e nei litorali del nostro Paese», spiega il comandante dell’Ufficio circondariale marittimo Giuliano D’Urso. «Altamente specializzati e dotati delle più sofisticate apparecchiature, questi uomini sono formati dalla Scuola subacquei di Comsubin e, grazie ai numerosi brevetti e abilitazioni conseguiti, rappresentano la massima espressione della subacquea professionale italiana». (p.c.)

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