Le famiglie chiedono aiuto alla Caritas 

Pacchi spesa e bollette: aumentano gli assistiti, 800 in più in poche settimane. Cuonzo: «Ma in tanti ci danno una mano»

LANCIANO. Con il coronavirus nuovi poveri bussano alla porta della Caritas diocesana che, in poche settimane, è passata dall’assistere e consegnare pacchi alimentari a 4.200 persone fino alle circa 5.000 di oggi. Un numero mai visto prima. Con l’emergenza sanitaria c’è stata la conseguente chiusura di molte attività, che ha fatto scattare automaticamente anche un’altra emergenza, quella economica. «Abbiamo richieste di aiuto da famiglie e persone che non erano mai state nei nostri circuiti», dice Luigi Cuonzo, direttore della Caritas diocesana, «piccoli artigiani, partite Iva, persone che si arrangiavano con lavoretti anche in nero e che ora sono senza alcuna disponibilità economica. E sono famiglie che si aggiungono alle tante che già da anni sosteniamo. Siamo così passati dall’assistere 4.100 persone a oltre 5.000 (+20%). E non aiutiamo solo con la consegna di pacchi alimentari, con generi di prima necessità, ma anche nel pagamento delle bollette, affitti, l’acquisto di mezzi tecnologici per la didattica a distanza».
La consegna dei pacchi alimentari è l’attività principale (assieme all’emporio solidale dove con una card data dalla Caritas si acquistano i beni di cui si ha bisogno) che impegna i volontari da pranzo fino a sera, visto che il territorio è ampio e le famiglie numerose.
«Abbiamo ancora del cibo perché abbiamo fatto una scorta di beni di prima necessità a partire dai primi casi di coronavirus a nord Italia», precisa Cuonzo, «poi molti ristoranti hanno donato alimenti che non avrebbero consumato per la chiusura dell’attività: c’è stata molta solidarietà e questo è un lato umano che ci fa ben sperare. Infine ora ci sono i buoni spesa dello Stato che sono un piccolo aiuto anche per noi».
La Caritas si è trovata però ad affrontare anche spese non previste a causa della chiusura delle scuole e dell’avvio della didattica a distanza. «Molte famiglie sono senza pc, tablet e altre non hanno la possibilità di pagare le connessioni», spiega il direttore, «abbiamo così fatto subito dei piccoli contratti con dei gestori di rete telefonica e acquistato-noleggiato alcuni tablet. La cosa che mi ha colpito di più in questi giorni è comunque la dignità e l’umiltà con cui molte famiglie hanno chiesto aiuto e la sensibilità di chi cerca di dare quello che ha. Mi preoccupa il post emergenza che sarà drammatico: credo che ci saranno tempi ancora più duri della crisi economica del 2008 che portò a raddoppiare i poveri nella nostra zona. Sarà in quel momento che servirà ancora di più il sostegno e la solidarietà di tutti».
La Caritas fa anche ascolto, che continua in questi giorni perché per molte persone la solitudine inizia a diventare una “compagna” difficile da gestire.