Le mamme indignate contro la maestra
Indagata per maltrattamenti, ecco l’altra versione sui cinque bambini sentiti come testimoni
CHIETI. I bimbi non l’hanno difesa ma accusata. La rezione delle mamme è immediata. Il giorno dopo la notizia della maestra d’asilo (continuiamo ad omettere il nome per tutelare gli alunni che hanno dai 3 anni e mezzo ai 5) indagata per maltrattamenti la parola passa ai genitori di quei piccoli sentiti in tribunale come testimoni. Le parti offese sono sei. E sono assistite dagli avvocati Paolo Patrizio e Vincenzo Di Lorenzo. Il gip, Antonella Redaelli e il pm, Rosangela Di Stefano, hanno sentito cinque dei sei bambini, senza che nessuno di questi provasse stress e disagio. La tecnica utilizzata, infatti, ha impedito che i piccoli si ritrovassero faccia a faccia con giudice, pm e avvocati. Ciascuno di loro è rimasto in tribunale per non più di un’ora. Ed è stato ascoltato attraverso una telecamera e un microfono posizionati in una stanza dove gli alunni, accanto a una psicologa, venivano intrattenuti giocando e disegnando. L’incidente probatorio, oltre a raccogliere la versione dei bambini, servirà alla psicologa, nominata come perito, per valutare l’attendibilità delle dichiarazioni. Arriviamo così al punto centrale della vicenda penale innescata da un esposto inviato dalle sei famiglie al preside e ai carabinieri. Nell’esposto si accusa la maestra non solo di aver rifilato, a ottobre, un ceffone a un bimbo che ora ha 5 anni, ma anche di altri presunti episodi di violenza fisica, come schiaffi sulle mani, o verbale, come rimproveri o turpiloquio. Contro l’esposto, la maestra, che non è stata sospesa, ha presentato una querela per diffamazione riservandosi una denuncia per calunnia all’esito dell’inchiesta che si basa sulla parola di sei bambini contro la sua. Ebbene, la nuova versione, fornita evidentemente non dai difensori dell’insegnante, vedrebbe tre dei cinque piccoli testi non solo confermare l’accusa del ceffone ma ampliare anche il numero degli episodi. Dei cinque bimbi, peraltro, uno è già stato ritirato da quella scuola e un altro ha detto al giudice di voler andare via. Ma l’ultima parola spetta al gip.(l.c.)