Le strategie dell’ateneo: «Amplieremo i campus»
Il rettore della d’Annunzio Stuppia presenta il piano per il rilancio fino al 2026: «L’obiettivo del prossimo triennio è avere più studenti e più corsi da offrire»
CHIETI. Lo sviluppo edilizio e l'internazionalizzazione. Saranno questi i due strumenti che l'università d'Annunzio utilizzerà nel triennio 2024-2026 per rilanciare l'ateneo. Cinque gli ambiti di sviluppo dettati dal rettore Liborio Stuppia: il miglioramento della didattica, maggiori servizi agli studenti, ricerca e applicazione delle conoscenze sul territorio, capitale umano e benessere. Affiancato dal direttore generale Paolo Esposito, dai prorettori Carmine Catenacci e Tonio Di Battista, dalla presidente del Nucleo di valutazione di ateneo, Patrizia Ballerini, delegato alle Attività del presidio di qualità, Gianluca Iezzi, il rettore ha presentato ieri il Piano strategico di ateneo, vale a dire le scelte fondamentali per il futuro sviluppo dell'università che coinvolgono anche il territorio. A partire dall'ampliamento dei due campus universitari a Chieti - dove il campus andrà quasi a raddoppiare con un piano edilizio da 64 milioni di euro - e a Pescara. «Lo sviluppo edilizio sarà di tipo sostenibile», ha sottolineato il rettore, «questo farà in modo che si potrà generare anche un risparmio energetico, per cui il nostro piano edilizio può essere davvero visto come un investimento più che una spesa».
L'obiettivo alla fine del triennio è quello di avere «più studenti e più corsi di studio», ha detto ancora Stuppia che ha riferito che le immatricolazioni sono in aumento, segnale quanto mai importante se viene raffrontato al costante calo demografico. Verrà rilanciata anche la didattica a distanza, visto che i corsi si terranno in presenza ma anche con la possibilità di collegarsi online. Diverse sono inoltre le iniziative per incentivare l'internazionalizzazione dell'ateneo.
Per quanto riguarda, invece, il territorio di appartenenza: «Mi auguro», ha sottolineato il rettore, «che il territorio segua l'università. Vale a dire che, ad esempio, attorno agli ampliamenti dei campus ci sia un fiorire di attività».
E per quanto riguarda Chieti alta, «è nostra intenzione fare di Chieti una vera e propria città universitaria», ha detto Stuppia, «ciò non significa che sposteremo la didattica nella parte alta della città, ma che lavoreremo per portare sul colle altre strutture universitarie, cercando di implementare una mobilità sostenibile e rapida. Da questo punto di vista possiamo ipotizzare di spostare anche qualcosa nell'edificio del tribunale».