Lettera non recapitata, Poste condannate

La Sasi l’invia all’assicuratore. Il postino: «E’ trasferito», ma l’agenzia è stata sempre lì.

LANCIANO. Poste Italiane non recapita le lettere della Sasi, la società acquedottistica del Chietino, e viene condannata dal giudice di pace di Pescara. Tutto è partito da una lettera inviata alla Aon Nikols, broker assicurativo della società in via Campanella a Pescara, tornata indietro otto volte alla Sasi con la dicitura «trasferito» messa dal postino sulla busta. In realtà l’ufficio non aveva mai traslocato e da anni ha lo stesso domicilio.

Questa motivazione ha portato il giudice di pace Antonio Bianco, a condannare Poste Italiane al risarcimento danni di 500 euro nei confronti della Sasi, rappresentata dall’avvocato Giovanni Ciccone di Frisa, e al pagamento delle spese processuali per 1.253 euro. Nel corso del dibattimento, Poste Italiane si è giustificata sostenendo che il postino in servizio in quella zona della città era stato assunto a tempo determinato e aveva scarsa conoscenza dell’area.
«Questa sentenza», dice il presidente della Sasi, Gaetano Pedullà, «è un precedente: viene riconosciuta la responsabilità delle Poste nel mancato recapito della corrispondenza. Prima di avviare l’azione legale ci eravamo rivolti alla direzione centrale delle Poste per chiarimenti. Siamo stati invitati a inviare campioni di corrispondenza per gli accertamenti: non è accaduto nulla».

Episodi analoghi sono stati registrati sempre dalla Sasi, soprattutto sul recapito delle fatture di fornitura dell’acqua. Come nel caso di un hotel di Torino di Sangro, con la bolletta non consegnata perché per le Poste il destinatario era irreperibile. La Sasi è pronta ad avviare, sempre al giudice di pace di Pescara - città sede del centro meccanografico di smistamento delle Poste - altre azioni legali per la corrispondenza non recapitata. «Ciò», precisa Pedullà, «perché sono disservizi che creano disagi e difficoltà alla Sasi e agli utenti, che diventano morosi non certo per colpa loro».

Sulla vicenda le Poste fanno sapere che «in caso di ritardi, mancate consegne, smarrimenti e danneggiamenti relativi ai prodotti postali nazionali, la clientela può ricorrere senza oneri aggiuntivi alla procedura di conciliazione per ottenere il rimborso per gli eventuali disguidi subiti elidendo i rischi connessi al giudizio e gli oneri economici dell’attività processuale. La conciliazione permette di risolvere in via extragiudiziale e in modo semplice, veloce e gratuito eventuali controversie del valore massimo di 500 euro. Il modulo per le domande è negli uffici postali o scaricabile dal sito www.poste.it».