Madre uccisa a coltellate, via al processo In aula 22 testimoni, c’è anche il parroco

Il sacerdote, citato dalla procura, dovrà riferire delle richieste di denaro da parte della donna che diceva fosse per il figlio Saranno ascoltati anche due compagni di cella con i quali l’assassino si è confidato, i vicini di casa e la sorella della vittima
CHIETI. Dal parroco del paese ai carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche, dai vicini di casa ai compagni di cella dell’assassino. Sono 22 le persone che testimonieranno nel processo in cui è imputato Cristiano De Vincentiis, 51 anni, che il 19 ottobre 2022 uccise a Bucchianico la madre sessantanovenne Paola De Vincentiis con 34 coltellate: l’accusa – da ergastolo – è omicidio volontario aggravato. Le modifiche al codice di procedura penale introdotte dalla legge del 12 aprile 2019, che esclude sconti di pena per i reati puniti con il carcere a vita, hanno sbarrato la strada che porta al rito abbreviato. Così, ieri mattina, si è aperto il dibattimento davanti alla Corte d’assise di Chieti (presidente Guido Campli, giudice a latere Maurizio Sacco). De Vincentiis ha partecipato all’udienza collegandosi in videoconferenza dal carcere di Viterbo, dove è rinchiuso.
I TESTI DELL’ACCUSA
Il pubblico ministero Giancarlo Ciani ha citato 19 testimoni. I militari del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Chieti e della stazione di Bucchianico ripercorreranno le indagini sul delitto avvenuto nella casa in cui vivevano madre e figlio, al civico 4 di via Cappellina San Camillo, un vicolo che sbuca nella piazza principale del paese. Verranno ascoltati anche gli operatori del 118 intervenuti per soccorrere la donna e gli specialisti del Ris, che hanno passato al setaccio per sette ore l’abitazione in cui si è consumata la tragedia, oltre ad aver eseguito accertamenti biologici e dattiloscopici sul materiale sequestrato. Determinante, per dare un movente all’omicidio, sarà il racconto di padre Germano Santone. Già poche ore dopo le coltellate, il prete ha riferito come le vittima gli chiedesse in continuazione denaro, dicendo che fosse per il figlio. «E la stessa cosa è successo la sera prima del delitto», erano state le parole del sacerdote. Nella lista dei testi della procura figurano pure i vicini di casa, che hanno notato l’imputato fuori dall’abitazione sporco di sangue e con il coltello in mano e, successivamente, hanno visto sul pavimento la lama con tracce ematiche. Una commerciante, titolare del negozio di intimo in piazza, risponderà alle domande di pm e avvocati sulle dichiarazioni rilasciate agli investigatori. «Ieri sera», aveva detto il giorno dell’omicidio anche ai giornalisti, «madre e figlio stavano litigando in piazza: lui l’ha aggredita con parole pesanti. Li ho sentiti urlare, poi mi sono spaventata e sono tornata dentro il negozio». Due detenuti delle carceri di Pesaro e Teramo, dove De Vincentiis è stato rinchiuso nei mesi scorsi, dovranno riferire in merito alle confidenze ricevute dall’imputato sull’omicidio della madre. Il medico legale Cristian D’Ovidio, invece, ripercorrerà gli elementi emersi nel corso dell’autopsia.
GLI ALTRI TESTIMONI
L’avvocato difensore Gian Luca Totani ha citato come testimoni lo psichiatra Vittorio Sconci e la psicologa Raffaella Di Donato, i consulenti di parte secondo i quali De Vincentiis, al momento dei fatti, aveva una capacità di intendere e di volere grandemente scemata. Il legale ha reiterato la richiesta di rito abbreviato nell’eventualità che, all’esito del dibattimento, possa emergere una contestazione diversa da quella attuale e che renderebbe ammissibile il rito alternativo. L’avvocato di parte civile Anna Olivieri porterà in aula Gabriella De Vincentiis, una delle sorelle della vittima: quest’ultima le aveva confidato il timore che il figlio potesse farle del male. Il processo entrerà nel vivo dalla prossima udienza, in programma il 31 gennaio 2024, quando saranno ascoltati i testimoni della procura.
LA RICOSTRUZIONE
Per l’accusa, quella mattina Cristiano De Vincentiis stava dormendo, disteso sul letto, all’interno della sua camera. All’improvviso, ricostruisce il pm, «è stato aggredito dalla madre Paola che, entrata nella stanza, lo colpiva al capo con la punta di uno schiaccianoci e al petto, zona mammella, con un coltello da cucina della lama di circa 20 centimetri, procurandogli una lesione lacero contusa in regione pettorale destra di cinque centimetri». Subito dopo, Cristiano si è alzato dal letto e ha iniziato una colluttazione con la madre, «nel corso della quale riportava ferite alla mano destra per sfilare alla donna il coltello di cui si era munita». A quel punto, scrive il pm, l’imputato avrebbe potuto difendersi, «neutralizzando» la donna e anche allontanandosi dall’abitazione «per chiedere aiuto». E invece ha deciso «di colpire a sua volta la madre, avvalendosi del medesimo coltello, con il quale sferrava all’indirizzo del genitore ben 34 coltellate» in più parti del corpo, soprattutto alla schiena, anche a livello polmonare, al collo e alla nuca. In altre parole, dice il pm, Cristiano ha causato «volutamente la morte della madre».
©RIPRODUZIONE RISERVATA