Mansioni, Sangritana condannata
Ricorso accolto a un dipendente per l’inquadramento più alto
VASTO. Assunto dalla società Ferrovia Adriatico Sangritana spa, ha svolto mansioni operative superiori rispetto a quelle previste dal contratto e ora dovrà ottenere un rimborso di 20mila euro circa. Lo ha stabilito la Corte d’appello dell’Aquila, riformando la sentenza del giudice del lavoro del tribunale di Lanciano. A presentare il ricorso, assistito dall’avvocato Luca Damiano del foro di Vasto, è stato Massimo Vatieri di Lanciano, addetto alle vendite di pacchetti turistici per conto della società nel capoluogo frentano.
«Sin dall’instaurazione del rapporto di lavoro, in aggiunta alle mansioni operative proprie del parametro di appartenenza, l’assistito è stato adibito stabilmente e in maniera preponderante e continuativa all’esercizio di mansioni superiori», spiega il legale. «La scelta non è avvenuta per sostituire temporaneamente dipendenti assenti con diritto alla conservazione del posto, né in addestramento e neppure per fronteggiare casi straordinari e di emergenza. Piuttosto ha rappresentato l’elemento di normalità tra le diverse attività concretamente svolte da Vatieri da quando ha sottoscritto il rapporto dipendente», aggiunge l’avvocato Damiano.
La battaglia legale è andata avanti per diverso tempo, fino al pronunciamento della Corte d’appello. «La sentenza ha sancito il diritto del ricorrente ad essere inserito da parte della Sangritana in un profilo professionale superiore rispetto al suo attuale inquadramento. Oltre a questo, la società dovrà corrispondergli le differenze retributive che, secondo una stima approssimativa, ammontano a circa 20mila euro», dice il legale. «Il caso del mio assistito non è l’unico. Altri dipendenti da tempo e in maniera costante, sono utilizzati per incarichi superiori rispetto ai loro contratti e sono in attesa del relativo inquadramento e riconoscimento economico da parte della società».
Simona Andreassi
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