Lettera alla Regione di 27 enti culturali abruzzesi contro la proposta del Pd in Consiglio regionale

Marrucino, la rivolta delle associazioni

«Non si può finanziare il teatro falcidiando le nostre risorse»

CHIETI. «Le legittime aspettative del Teatro Marrucino non possono essere considerate prevalenti su quelle di tutte le altre istituzioni». Con queste parole le principali associazioni culturali della regione bocciano la proposta del Pd, che sarà presentata oggi in Consiglio regionale, di trovare un milione di euro per il teatro lirico abruzzese (da due anni senza fondi) pescando risorse dalle altre leggi di sostegno alle attività culturali.

Nella lettera indirizzata al presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano, al governatore Gianni Chiodi, all’assessore alla Cultura Mauro Di Dalmazio, all’assessore al Bilancio Carlo Masci le 27 associazioni di tutta la regione, tra cui l’Atam, la Caniglia di Sulmona, l’Ente manifestazioni pescaresi, l’Istituzione sinfonica abruzzese, l’Orchestra giovanile abruzzese, i Solisti aquilani, l’Orchestra Benedetto Marcello di Teramo, attaccano l’emendamento del Pd considerando «non sostenibile, né sul piano della logica né su quello del diritto che vi siano altre leggi che pur prevedendo anch’esse la nominalità dei soggetti finanziati, al pari della legge sul Marrucino, possano essere destinatarie di trattamenti diversi rispetto alla iscrizione delle somme in bilancio».

Per le associazioni appare «bizzarro» che si preveda di rifinanziare il Marrucino «attraverso il taglio del 50% dei già decurtati finanziamenti previsti dal Bilancio 2010». Per questo chiedono «iniziative generali e concrete per la salvaguardia dei livelli occupazionali di centinaia di addetti e del diritto di tutti i cittadini - non solo di quelli di Chieti - a fruire della cultura della spettacolo dal vivo nelle sue varie articilazioni».

A questo punto appare sempre più improbabile che l’emendamento del Pd, già preventivamente bocciato dal Pdl teatino, possa superare oggi il voto dell’assemblea. L’assessore regionale Mauro Febbo, che aveva promesso di dimettersi nel caso l’emendamento fosse risultato coperto finanziariamente, ha annunciato che chiederà le dimissioni del capogruppo Pd Camillo D’Alessandro, «perché anche la ragioneria mi ha attestato che per quell’emendamento non c’è copertura. Il problema», dice Febbo, «va risolto in maniera diversa senza danneggiare le altre associazioni». Per il centrodestra la soluzione è arrivare alla variazione di bilancio di metà anno per rifinanziare la legge sul Marrucino, avendo nel frattempo costituito la Fondazione.

Il centrosinistra critica questa scelta. Il candidato sindaco Francesco Ricci accusa il centrodestra di voler «affossare il Marrucino per salvarlo dopo le elezioni e magari tirare dal cilindro i finanziamenti».
Sta di fatto che al momento il Marrucino, che in termini occupazionali è una delle imprese più grandi della città, è nella impossibilità di continuare la stagione e dovrà attendere l’apertura delle urne per capire quale sarà il suo destino.

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