La scala mobile di Chieti

CHIETI

Morì sulla scala mobile, in 4 a processo

Dirigente pubblico, ex amministratore Teateservizi e due tecnici accusati di omicidio colposo per il decesso di un postino in pensione

CHIETI. Il giudice dell'udienza preliminare (Gup) del Tribunale di Chieti, Andrea Di Berardino, ha rinviato a giudizio quattro tra dirigenti pubblici, tecnici ed ex amministratori per la morte di un postino in pensione (92 anni) in conseguenza delle lesioni riportate dopo una caduta lungo la scala di servizio della scala mobile del capoluogo teatino che collega il terminal bus al centro. Lo stesso giorno anche un uomo di 62 anni, caduto poco prima, riportò lesioni guaribili in dieci giorni.

leggi anche: È morto l’anziano precipitato nella scala mobile: c’è l’inchiesta  Non ce l’ha fatta Smeraldo Cremonese, ex postino di 92 anni: gli agenti acquisiscono la cartella clinica Il pm potrebbe nominare un consulente per accertare se l’impianto del Comune rispetta le norme

Il fatto risale al febbraio del 2020. A processo il 17 aprile 2023 andranno Massimo Marchetti, all'epoca amministratore unico della Teateservizi, società comunale che gestisce l'impianto; l'allora dirigente comunale del settore lavori pubblici Paolo Intorbida; Lorenzo Di Giovanni, incaricato di svolgere le funzioni di responsabile di esercizio delle strutture presso il terminal, tra cui le scale mobili; Dante Pagliari, incaricato di svolgere le funzioni di assistente tecnico relativamente al funzionamento delle stesse strutture: sono accusati di aver cagionato la morte la morte dell'anziano in cooperazione colposa tra loro per negligenza, imprudenza ed imperizia.

I quattro respingono ogni accusa.

Secondo la Procura invece avrebbero omesso di eseguire interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sulla scala mobile in discesa, rotta da anni. Ciò nonostante tolleravano, secondo l'accusa, l'uso della scala di servizio in discesa da parte degli utenti, scala che non veniva interdetta all'uso. Scala, sempre secondo l'accusa, non idonea progettualmente ad un uso continuo da parte degli utenti anche per la presenza di vizi costruttivi come il rapporto alzata pedata, l'assenza di linoleum e la presenza di insidie. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile.