Francavilla

Morto in mare per salvare un bambino, scoppia la polemica per l’ambulanza

11 Luglio 2025

Francavilla senza un mezzo del 118. La tragedia del 55enne Camillo Cantoli, che ha avuto un malore in acqua dopo aver salvato il figlio della compagna, riaccende le proteste per la mancanza del servizio di emergenza in città, soprattutto d’estate

FRANCAVILLA. Si allarga la polemica sui soccorsi a Camillo Cantoli, il 55enne di Crecchio morto martedì pomeriggio nel tratto di mare davanti alla spiaggia libera tra gli stabilimenti Merope e Asteria a Francavilla, dopo essere entrato in acqua per salvare il bambino di 9 anni figlio della compagna. Nel mirino non sono i soccorsi tempestivi prestati dai bagnini dei due stabilimenti, oltre che da medici e infermieri presenti in spiaggia in quel momento, ma l’assenza in città di un’ambulanza medicalizzata del 118 che martedì ha richiesto l’arrivo di due mezzi, da Pescara e da Ortona.

«La prima ambulanza è arrivata da Pescara dopo almeno 25 minuti dalla chiamata», conferma Vincenzo Antonucci, titolare dello stabilimento Merope. «A seguire ne è arrivata una seconda. Devo dire che l’uomo è stato assistito in tutto e per tutto dai presenti. I bagnini lo hanno recuperato immediatamente. A riva, oltre all’impiego del pallone di Ambu e al massaggio cardiaco, sono intervenuti un'infermiera specializzata, un cardiologo e un primario di un ospedale campano che vengono qui al mare e che erano presenti al momento della tragedia».

Poi prosegue: «Da quanto mi hanno riferito, anche l’utilizzo immediato di un defibrillatore, reso disponibile solo con l'arrivo della prima ambulanza, non avrebbe cambiato il finale di questa triste storia. Però è inaccettabile che una città come Francavilla, in estate piena di turisti, non abbia un presidio di primo soccorso». Sul punto interviene anche Luca Ortu, ristoratore che qualche anno fa si rese protagonista del salvataggio di una persona nel sottopasso di via Pola: «La mancanza di un’ambulanza medicalizzata rappresenta un punto dolente della nostra città. Inoltre, accanto al luogo in cui è avvenuta la tragedia c’è la sede della Capitaneria di Porto, in quel momento chiusa, senza un defibrillatore esterno da usare all’occorrenza. Purtroppo per gli stabilimenti non è obbligatorio averlo, ma quello che si chiede alla politica è che si faccia sentire per ripristinare almeno un’ambulanza medicalizzata estiva».

Intanto, mentre è stata disposta l’autopsia sul corpo della vittima, anche su richiesta dei familiari, in modo da fare piena luce sulle cause che ne hanno provocato il decesso, sull’assenza di un'ambulanza medicalizzata torna a far sentire la sua voce il sindaco Luisa Russo: «Sono profondamente dispiaciuta e preoccupata per quanto accaduto. In questo contesto, sento il dovere di ribadire quanto le attuali scelte regionali in materia di sanità siano penalizzanti per Francavilla e per l’intero territorio. La soppressione dell’ambulanza medicalizzata del 118 è stata fin da subito oggetto di una mia contestazione. È una battaglia che porto avanti da tempo e mi ero già espressa a riguardo a settembre 2024: c’è un territorio intero che chiede con forza di essere ascoltato. Ho espresso più volte la mia netta contrarietà a questa decisione, soprattutto in vista del periodo estivo, quando la popolazione di Francavilla aumenta e con essa le richieste di soccorso. Oggi più che mai, alla luce dei fatti, questa battaglia deve essere rilanciata con determinazione, perché la salute dei cittadini non può e non deve mai essere messa in secondo piano».

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