Muore dopo la protesi Ma sulle cause la Asl tace

Anziana di Castel Frentano operata all’anca, perde la vita dopo 2 mesi di calvario I figli chiedono il perché del decesso, l’azienda da due anni non dà risposte
LANCIANO. Doveva sottoporsi a un intervento per l’applicazione di una protesi all’anca. Ma nel giro di due mesi, senza mai lasciare l’ospedale, è morta. Da un anno e mezzo i figli della donna, 77 anni, di Castel Frentano, attendono che sia fatta luce sulle cause dell’inatteso decesso della madre. La vicenda risale all’ottobre del 2012, quando l’anziana venne ricoverata nella clinica ortopedica dell’ospedale Santissima Annunziata di Chieti. Nella visita effettuata ad agosto nella stessa struttura alla donna, che lamentava dolori all’anca destra, venne consigliato di sottoporsi ad intervento chirurgico per applicare una protesi (diagnosi di coxartrosi, l’artrosi dell’anca). Un’operazione considerata di routine, dopo la quale la donna sarebbe stata dimessa per effettuare la riabilitazione ad Atessa. Ma dall’ospedale non è più uscita. «Il decorso post operatorio si presentava, fin dall’inizio, alquanto incerto in virtù di una perdurante perdita ematica», sostengono i familiari nella diffida presentata all’ospedale tramite l’avvocato Alessandro Di Martino, «che rendeva necessario il ricorso a molteplici trasfusioni di sangue oltre quelle previste, in via prudenziale, per l’intervento». Con il passare dei giorni il quadro clinico peggiorò. Due settimane dopo l’operazione all’anca, la paziente venne sottoposta ad intervento di colecistectomia, seguito da continue trasfusioni. Ma «gli unici accertamenti predisposti erano diretti ad accertare la presenza di eventuali complicanze cardiologiche», continua la relazione della famiglia, stilata dopo aver chiesto l’accesso agli atti e visionato la cartella clinica con l’aiuto di un medico legale. Solo dopo una decina di giorni venne richiesta una Tac addome, che riscontrò versamento di sangue nella cavità addominale, dovuto probabilmente a una lacerazione del fegato avvenuta durante l’asportazione della colicisti. I medici intervennero 24 ore dopo, operando d’urgenza la paziente. A un mese dalla prima operazione, inoltre, la ferita all’anca non era ancora chiusa e presentava un’infiammazione. «In una situazione clinica ormai compromessa e con altri organi vitali interessati da un deciso decadimento», annotano ancora i familiari, il 20 novembre 2012 la paziente venne trasferita in un altro reparto e la sera, dopo quasi due mesi di calvario, spirò. Una morte inattesa che la famiglia della donna, entrata in ospedale per un comune intervento all’anca, non si spiega e per la quale ha chiesto chiarimenti alla Asl. «Nonostante le numerose richieste e diffide legali, a distanza di quasi due anni nessuno ha dato ancora una risposta alle legittime richieste dei familiari», sostiene l’avvocato dei figli, Alessandro Di Martino.
Stefania Sorge
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