Muore sotto la pressa alla De Cecco

Ortona, la vittima aveva 39 anni e lavorava al pastificio dal 2002

ORTONA. L'incidente sul lavoro non gli ha lasciato scampo. La tragedia è avvenuta ieri pomeriggio poco dopo le 17,30 al pastificio De Cecco di Villa Caldari, il braccio della zona industriale proteso lungo l'asse della Marrucina. A perdere la vita è stato Massimiliano Bucci, 39 anni della vicina Orsogna, operaio di quarto livello del reparto confezionamento del prodotto che lavorava nell'azienda dal 2002.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, Bucci è stato ucciso da una pressa di un impianto a valle della complessa catena produttiva dello stabilimento. Il meccanismo sarebbe entrato in funzione mentre l'operaio era all'interno del macchinario, un'operazione di routine in quel reparto. La pressa ha causato la morte istantanea, tanto che sono risultati inutili i soccorsi prestati da unità del 118 partite nel giro di minuti dall'ospedale Bernabeo dopo l'allarme. I medici hanno invece dovuto constatare l'avvenuto decesso per danni fatali alla colonna vertebrale.

Tutto sarebbe avvenuto nel volgere di attimi, e sembra che Bucci non si sia reso conto di quanto stava accadendo. Giuseppe Giambuzzi, medico legale giunto dall'ospedale, potrebbe essere designato per l'autopsia, un esame da cui le indagini potrebbero trarre le conclusioni definitive sulla dinamica dell'incidente e le cause tecniche che l'hanno scatenato.

La produzione s'è immediatamente fermata, con momenti di confusione innescati dall'ansia di prestare soccorso.

Diversi tir in attesa di cominciare le operazioni di carico nel piazzale sono stati stoppati a tempo indefinito.

Ed è cominciata la corsa di parenti e amici allo stabilimento De Cecco, una piccola folla che ha vissuto minuti sospesi tra l'attesa di smentite e le conferme della legittima illusione per un infortunio grave ma dagli esiti rimediabili.

Così non è stato, invece, da quando intorno alle 18,30 ha cominciato a circolare la verità.

Sul posto era già giunto il capitano Gianfilippo Manconi, comandante della compagnia carabinieri di Ortona che ha coordinato i rilievi nel reparto di confezionamento.

E' così cominciata un'indagine che punta a non escludere nessun elemento, raccolto con osservazioni sullo scenario dell'infortunio e conversazioni con i colleghi della vittima e dirigenti dello stabilimento.

Del caso si occupa il pubblico ministero Lucia Anna Campo, che ha disposto il sequestro del macchinario e il trasferimento della salma all'obitorio dell'ospedeale, dove verrà effettuata l'autopsia forse entro oggi.

C'è il silenzio degli inquirenti sui dettagli, ma c'è da ritenere che passeranno diversi giorni prima di conoscere elementi decisivi dell'indagine, compresa l'eventuale responsabilità di terzi nell'accaduto.

Un lavoro seguito anche dalla folla di curiosi che si è accalcata davanti agli ingressi dello stabilimento fino alla tarda serata di ieri, nell'attesa che qualche conoscente in uscita potesse rivelare fatti in grado di fornire una ragione alla morte bianca.

Dai rilievi dei carabinieri si conosce il prologo dell'incidente.

In una nota emessa in serata dal comando di compagnia si legge che Bucci, «per cause in corso di accertamento, verosimilmente mentre era intento a riavviare una macchina per il confezionamento delle scatole di cartone, rimaneva incastrato negli ingranaggi decedendo sul colpo». E' appunto da qui che è partita l'inchiesta.

Un lavoro che ha impegnato gli uomini del capitano Manconi per diverse ore scandite da ipotesi verificate per la conferma o scartate per procedere invece in altre direzioni. Tutto si gioca sull'alternativa tra due verità opposte e eventuali varianti che campeggerebbero nel mezzo. Si dovrà stabilire con ragionevole grado di certezza se il macchinario ha subito un'avaria funzionando in modo anomalo, con la mancata interruzione dell'azione della pressa anche dopo l'apertura delle porte di accesso, oppure se Bucci ha commesso un errore che si è rivelato fatale. Questi aspetti saranno al vaglio degli investigatori, che si avvarranno di consulenti tecnici in grado di svelare qual è l'ipotesi da prendere in considerazione.

E gli esiti potrebbero farsi attendere per giorni, forse settimane.

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