Nessun laboratorio nel carcere-Casa lavoro

Amato (Pd) interroga il ministro Cancellieri: da un anno i detenuti non possono fare sartoria

VASTO. «La Casa lavoro, in mancanza di attività lavorative da far svolgere agli internati, rischia di diventare un contenitore di disagio e talvolta di sofferenza psico-fisica che non riescono a trovare adeguate risposte nei servizi territoriali». Maria Amato, deputata del Pd, torna a sollevare il problema del carcere di Vasto con una interrogazione al ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri.

L’istituto di pena vastese è stato trasformato da aprile dell’anno scorso in Casa lavoro, cioè in un istituto destinato a chi deve scontare misure di sicurezza e dove la riabilitazione si concretizza essenzialmente nella possibilità di attività lavorative a cui hanno accesso solo 20 internati sugli oltre 200 reclusi. «Circostanza non riscontrabile nella Casa lavoro di Vasto», attacca la Amato, «alla struttura furono destinati i circa 180 internati provenienti da Sulmona, a sua volta destinata totalmente a reclusorio di condannati del circuito differenziato. Tale cambiamento repentino non è stato né preceduto né seguito sollecitamente da una riorganizzazione delle attività lavorative destinate agli internati, che comunque nella struttura sulmonese erano impegnati in laboratori di sartoria e calzoleria. Il programmato insediamento nell’istituto vastese di una lavorazione di sartoria sta incontrando notevoli rallentamenti», prosegue la deputata del Pd, «dapprima è stata scartata l’ipotesi di adattare una parte dell’esistente magazzino, a seguito di eventuale adeguamento impiantistico; successivamente la proposta della costruzione di un nuovo manufatto da adibire originariamente a sede di laboratorio di sartoria è ancora in fase progettuale, al punto da richiedere un’apposita procedura di rinvio al successivo esercizio finanziario l’utilizzo dei fondi (circa 250mila euro) che comunque erano già disponibili nel bilancio 2013. Il nuovo progetto risulta ancora in fase di elaborazione, e nel frattempo sarebbero aumentati i relativi costi, arrivati a circa 350mila euro. E tuttavia non è ancora verosimilmente ipotizzabile una data di avvio dei lavori, mentre sono state concluse le procedure per l’acquisto dei macchinari, consegnabili entro il prossimo settembre 2014».

Fatte queste premesse la parlamentare richiama «l’imprescindibile esigenza che gli internati della Casa lavoro svolgano un’attività lavorativa», e interroga il ministro della Giustizia per conoscere, con ogni possibile attendibilità, «quali siano i tempi previsti per la definitiva realizzazione del laboratorio di sartoria presso la Casa lavoro di Vasto, che permetterà finalmente l’avviamento al lavoro di un numero considerevole di internati che vi sono ristretti». (a.b.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA