Spadaccini e il marito Tom davanti all’abitazione del bisnonno con Calvano e Ciccotosto

VASTO

Nipote di emigrati ritrova l’abitazione del bisnonno

Dal New Jersey in Abruzzo per cercare le sue origini. Impresa riuscita grazie all’aiuto di Calvano e Ciccotosto

VASTO. Dal New Jersey a Vasto alla ricerca delle proprie origini. Un viaggio a ritroso nel temo per Diane Spadaccini, che insieme al marito Tom Le Chaix è arrivata in città per scoprire le proprie radici: il momento più emozionante è stato quando in via Pampani, un vicoletto del centro storico, ha trovato l’abitazione in cui era vissuto il suo bisnonno.

Ad accompagnare la coppia americana in questo avventuroso ed emozionante percorso sono stati il ricercatore Paolo Calvano e la presidente dell’associazione Taste of Vasto, Anna Margareth Ciccotosto, che oltre a fare da traduttrice ha svolto funzioni da cicerone conducendo i coniugi del New Jersej nei luoghi più suggestivi della città.

Diane e il marito Tom hanno visitato la cattedrale di San Giuseppe, dove sono custoditi gli archivi storici, i musei civici dell’antica residenza marchesale di Palazzo d’Avalos con i giardini napoletani e le Terme Romane di via Adriatica, aperte per l’occasione da un volontario del Fai, Giovanni Uselli. Una esperienza fantastica ed emozionante per la coppia americana, giunta in città con l’unico scopo di rintracciare antichi legami.

Non è stato semplice risalire agli antenati di Diane Spadaccini. Ci sono voluti giorni e giorni di ricerche sul territorio, spulciando voluminosi archivi e incrociando i dati a disposizione. Un lavoro da professionisti e un filone, quello del “turismo delle radici”, dalle grandi potenzialità. «Da oltre vent’anni mi occupo di ricercare le radici storiche di Vasto», spiega Calvano, «ho un archivio personale che piano piano ho messo su con documentazione, fotografie e scansioni che si ricollegano agli archivi ecclesiastici e comunali. C’è materiale che inizia dal Cinquecento. Incrociando i dati sono riuscito a risalire al bisnonno della signora Spadaccini. A Vasto la documentazione più antica è custodita nella chiesa di Santa Maria Maggiore dove sono registrati i battesimi dal 1563. Nella chiesa di San Pietro probabilmente era stata fatta la stessa cosa, però il primo volume del 1563 e fino al 1598 è andato perso. Nel Seicento hanno cominciato a registrare anche i matrimoni e successivamente le cresime e le morti. Tutto questo fino al 1808 quando con i napoleonici si è iniziato a trascrivere tutti i dati anagrafici anche in Comune. Quindi fino al 1808 esiste solo il materiale collegato con le chiese», conclude il ricercatore vastese, il cui apporto è stato particolarmente prezioso.

«Come associazione ho collaborato con l’agenzia Experiences Bellavista di San Vito Chietino che mi ha chiesto supporto nella zona di Vasto per la traduzione e l’orientamento in città», sostiene Ciccosto, «nel “turismo delle radici” il meccanismo è proprio quello di lavorare tutti in sinergia: enti, associazioni e imprese turistiche. Questa è la prima esperienza del genere, ma ritengo che questo tipo di turismo possa rappresentare un ottimo canale di sviluppo del settore, dal momento che molte persone dalle nostre terre sono emigrate i primi del Novecento. Fondamentale è anche il supporto storico che, in questa occasione, è stato fornito dal ricercatore vastese Calvano. In quest’ottica si potrebbe pensare, ad esempio, ad un centro documentale come strumento per favorire queste ricerche».

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