Chieti

Omcidio di Alina Cozac, parla il compagno: «Non l’ho uccisa». E la difesa incolpa le sigarette

28 Gennaio 2025

Nuovo passo in avanti nel processo a Mirko De Martinis in Corte d’Assise, dove l’uomo, accusato di aver strangolato la compagna Alina Cozac, si è detto innocente. L’avvocato della difesa, Antonio Perna, ha invece insitito sulla incidenza del fumo di sigarette, che avrebbe portato a una insufficienza cardiaca.

CHIETI. «Non ho ucciso Alina. Quella notte si è sentita male e ho chiamato immediatamente i soccorsi, ho assistito a tutti i tentativi di salvarle la vita, l'hanno intubata con grande difficoltà, e hanno fatto tutte le manovre con grande energia. Le volevo bene, per lei ho lasciato mia moglie e i miei figli, stavamo insieme da 17 anni ed è stato un rapporto fra alti e bassi, abbiamo avuto anche discussioni, non c'è mai stato alcun accenno di violenza, né da parte sua né soprattutto da parte mia». Lo ha detto oggi Mirko De Martinis, il 47enne accusato di aver ucciso, nel gennaio del 2023, la compagna 42enne di origini rumene Alina Cozac e a carico del quale, dallo scorso luglio, è in corso in Corte d'Assise, a Chieti, il processo che sentenzierà sulla morte della donna.

Alina Cozac era stata trovata senza vita nella casa di Spoltore in cui conviveva assieme a De Martinis, il quale all’epoca aveva chiamato i soccorsi per segnalare il malore della compagna. Dopo gli accertamenti e le analisi autoptiche coordinate dal medico legale Ildo Polidoro, era emersa come causa del decesso un’asfissia meccanica violenta dovuta a strangolamento, motivo per il quale De Martinis era stato arrestato nel settembre 2023. Oggi, a due anni dalla morte, il compagno della donna risponde alle accuse secondo cui sarebbe stato lui a ucciderla, poiché quel giorno Alina aveva deciso di andare via di casa e trasferirsi da un’amica: «Nulla di più falso e assurdo. Alina non aveva preso alcun biglietto, non aveva dato alcun appuntamento per farsi accompagnare, era solo un'intenzione generica quella di andarla a trovare e passare un po' di tempo con lei. Io non avrei avuto nulla di contrario ma anche se avesse deciso di lasciarmi, di trasferirsi dalla Bosco o altrove io avrei rispettato la sua scelta. Ci sarei rimasto male, forse avrei anche sofferto ma ci saremmo lasciati con civiltà e rispetto», ha affermato De Martinis.

"Ho sentito medici e pubblico ministero descrivere la dinamica di questo presunto strangolamento», ha concluso l’uomo, «loro mi ritengono capaci di una mossa di tipo militare o da esperto di arti marziali. Io in vita non ho mai sfiorato nessuno e tantomeno una donna, è questa la verità che affermo davanti a voi che mi giudicate oggi e a Dio che mi giudicherà altrove». Per il professor Antonio Perna, consulente della difesa, la causa di morte è stata la insufficienza cardiaca acuta congestizia dovuta al fatto che la donna fumava molto. «Oggi mi sono sentita particolarmente umiliata quando ho sentito dire dal consulente difesa che mia sorella è morta per le sigarette», ha commentato a fine udienza Octavia Cozac, una delle due sorelle di Alina, costituita parte civile. Il processo è stato aggiornato al 25 febbraio.