Uno dei due corpi senza vita portato via dall’abitazione di via Tripoli a Ortona

ORTONA

Omicidio-suicidio, all'origine della tragedia la paura del distacco

Roberto Tatasciore lascia un biglietto in cui spiega i motivi che lo hanno portato a uccidere il fratello e poi se stesso

ORTONA. Ha ucciso il fratello disabile di 74 anni strangolandolo con un cavo e poi si è tolto la vita nell'appartamento di via Tripoli a Ortona, non molto lontano dal centro, dove viveva insieme al fratello di cui si era sempre occupato con sollecitudine. 

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All'origine dell'omicidio-suicidio potrebbe esserci proprio l'amore viscerale di Roberto tatasciore, 70 anni, nei confronti del fratello Antonio, le cui condizioni stavano peggiorando e per il quale si era ipotizzato il trasferimento in una casa di cura. Perché lui non ce la faceva più a prendersene cura. 

Roberto ha lasciato un biglietto nella cucina dell'appartamento. Il biglietto è stato acquisito dai carabinieri. Non ci sono le scuse per il gesto, vengono invece indicate le volontà sui funerali e sulla destinazione dei beni a disposizione. Emerge anche che Roberto non ce la faceva più nell'assistenza al fratello. E inoltre, si prospettava oramai a giorni la possibilità, per Antonio, del ricovero in una Rsa, e probabilmente il fratello minore non si voleva staccare da lui: i due, nessuno dei quali sposato, entrambi pensionati dopo aver lavorato rispettivamente in una ditta metalmeccanica e all'ufficio territoriale dell'agricoltura, hanno sempre vissuto insieme. Stanchezza per il fatto di doverlo accudire dunque, ma soprattutto il dispiacere nella ipotesi, che sembrava prendere corpo, della loro separazione, può aver innescato la scintilla. Uniti da sempre nella vita come nella morte, questo sembra il senso di quanto contenuto nel biglietto.