Operaio morto alla De Cecco, in 2 mila ad Orsogna per l'addio a Massimiliano

I funerali dell’operaio morto nell’incidente sul lavoro. Il cordoglio del Capo dello Stato

ORSOGNA. In duemila hanno partecipato ieri pomeriggio al funerale di Massimiliano Bucci, l'operaio di 39 anni morto martedì nel pastificio De Cecco di Ortona mentre era al lavoro nel reparto di confezionamento. Alla funzione celebrata dal parroco don Mario Persoglio ha preso parte la dirigenza della multinazionale della pasta.

Giunto dall'ospedale di Ortona dopo una breve sosta a Villa Caldari, davanti allo stabilimento, il corteo del feretro è stato preceduto da un gruppo di motociclisti, gli amici con cui Massimiliano condivideva la passione per le due ruote di grossa cilindrata.

In coda al corteo tre autobus organizzati dall'azienda con 150 dipendenti e colleghi del ragazzo giunti dalle sedi di Fara San Martino e Ortona.

«La giovane vita di Massimiliano», ha detto nell'omelia don Mario con la voce a tratti rotta dalla commozione, «ha testimoniato su questa terra Cristo, che ora lo accoglie tra le sue braccia».

Al fianco dell'altare c'era il gonfalone della De Cecco listato a lutto, mentre la cappella non ha potuto contenere la folla che s'è accalcata nel vicino largo Belvedere e sulla via che collega la chiesa alla centrale piazza Mazzini.

Alle orazioni funebri si sono alternati amici e colleghi, che nel pianto hanno descritto momenti di vita vissuta e ricordi personali mentre tra le navate cresceva l'emozione in vista dell'ultimo saluto alla bara.

«Quando una giovane vita viene spezzata così», osserva il sindaco Alessandro D'Alessandro, coetaneo e amico di vecchia data di Bucci, «si rimane pietrificati dal dolore. E' quello che vive da giorni la comunità di Orsogna», aggiunge.

Lungo e straziante l'addio prima del breve viaggio verso il cimitero sulla strada della Marrucina, la stessa su cui affaccia lo stabilimento in cui Massimiliano ha trovato la morte e a due passi da contrada Sterparo, dove risiede la famiglia Bucci.

Non ci sono stati applausi all'uscita del feretro dalla chiesa, ma un silenzio raccolto in segno di rispetto e dignità, tratti distintivi della gente della Maiella. E di dignità del lavoro ha parlato don Mario.

«Oggi», ha spiegato il parroco, «il lavoro che spesso manca è un colpo alla dignità sociale della persona, ma anche chi ha un impiego è esposto a grandi rischi, fino a quello della vita. Le imprese, i sindacati e la politica», ha aggiunto, «devono adoperarsi per rendere più sicuri i luoghi di lavoro, perché sul lavoro non si debba morire più».

La morte di Massimiliano Bucci ha avuto eco anche al Quirinale. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha fatto giungere attraverso Pasquale Cascella, della segreteria del capo dello Stato, un messaggio di cordoglio indirizzato ai parenti, alla comunità orsognese e all'azienda. «Non abbiamo ancora realizzato il fatto che Massimiliano non è più con noi e non lo sarà più», osserva turbato un collega di reparto all'uscita della bara sulla scalinata della chiesa.

E intanto dietro al carro funebre prendono posto i parenti dopo la deposizione del feretro nella vettura.

© RIPRODUZIONE RISERVATA