Ortona, anziana uccisa l’assassino voleva una strage

La donna, immobilizzata a letto per motivi di salute, è stata accoltellata alla gola. A dare l'allarme la nuora. In manette è finito Paul Nicolae Tenoseanu, 40 anni

ORTONA. Voleva fare una strage Paul Nicolae Tenoseanu, romeno di 39 anni, che venerdì sera, probabilmente verso le 19, ha ucciso con una coltellata alla gola Concetta La Farciola, una donna di 85 anni, a letto gravemente ammalata, nella sua abitazione di contrada Santa Lucia. Il delitto, che per ora non trova movente, è stato compiuto mentre il figlio della anziana N.M., 62 anni e la moglie I.R., di 42, romena, erano fuori casa dove vivevano con La Farciola. Un taglio inferto con un coltellaccio.

L’anziana muore dissanguata. L’uomo viene arrestato mentre cerca di fuggire. Le manette scattano dopo una intensa colluttazione con i carabinieri durante la quale due militari restano feriti. Attualmente il romeno è nella casa circondariale di Madonna del Freddo a disposizione della magistratura. A coordinare le indagini la sostituto procuratore Lucia Anna Campo.

I fatti. Paul Nicolae Tenoseanu da qualche tempo vive a Ortona. E’ di casa nella famiglia di Concetta La Farciola. Di tanto in tanto aiuta i figli nel lavoro in campagna. Abita a qualche chilometro da contrada Santa Lucia, in una casetta che i figli della anziana donna gli hanno concesso ad uso abitativo gratuitamente. Le ore prima del delitto. Il romeno è in casa di Concetta La Farciola dalla mattina alle nove. A confermarlo sono alcune testimonianze dei nipoti che, nell’andare a trovare la nonna, a letto ammalata e che non può muoversi trovano Nicolae, soprannominato Bebbè, con l’anziana.

L’uomo si trattiene anche a pranzo con la famiglia. Tutto sembra essere normale e come al solito. In casa vivono anche due figli di N.M. e I.R. entrambi minorenni: la più piccola è all’Aquila ad un saggio di flauto, il più grande pranza con la famiglia ma poi esce quasi subito. Dopo pranzo. Dopo il pranzo escono tutti dalla abitazione a due piani. Il figlio dell’anziana va sotto, al patio, al primo piano abita il fratello G., mentre la moglie si reca nei campi, il romeno dice che deve andare a lavorare in campagna ma che non se la sente perché gli fa male la testa. La nonna è a letto, riposa come sempre, immobilizzata dalla sua malattia. Ma è vigile. Il romeno rientra in casa. Tenoseanu rientra in casa probabilmente verso le 18. Sembra che nessuno lo abbia visto. Ma anche se fosse stato notato non c’era alcun motivo per dare l’allarme. Le chiavi sono nella toppa come si usa in campagna. Un posto tranquillo dove tutti si conoscono e dove regna un clima di generale fiducia. Il romeno entre e lì si consuma il suo proposito. Gli investigatori accerteranno che il romeno era completamente ubriaco.

Il delitto. Bebbè entra nella stanza della anziana. Probilmente le dice che è deciso a fare una strage. Va in cucina, apre il gas e accende una candela. E’ lontano dalla stanza della nonna. L’anziana con un fil di voce lo esorta ad andarsene. Ma probabilmente in questo momento, munito di due coltelli, Tenoseanu ne agguanta uno e colpisce con un solo fendente La Farciola. L’ora del delitto tra le 18 e le 19,30 è comunque da definire. Sarà l’anatomo patologo Cristian D’Ovidio a dirlo. La nuora fa rientro a casa. I.R. torna dai campi. Venti minuti alle 20. Apre la porta e vede il connazionale con i coltelli. Uno è diretto verso di lei: «faccio una strage» le dice. Ma poi tentenna confuso e aggiunge: no a te non ti uccido. Ma le prende il cellulare. La donna approfitta di questa parziale resipiscenza e gli sfila un coltello che l’uomo ha nella cintola. Glielo punta contro, il romeno fa qualche passo indietro. E lei approfitta per fuggire. Chiude dietro di sé la porta con la chiave. E si precipita dal marito.

Intuisce la tragedia, la suocera che in genere al loro rientro chiama, questa volta non ha profferito parola. L’allarme. Il figlio telefona ai carabinieri, mancano 10 minuti alle 20. I militari al comando del capitano Gianfilippo Manconi arrivano dopo circa un quarto d’ora. Nel frattempo il romeno entra e esce dalla casa. Si affaccia al balcone eppoi si ritira nell’appartamento. I militari, preoccupati per la sorte dell’anziana esortano il romeno a uscire, ignari che la tragedia era già avvenuta. Intanto Tenoseanu dietro la porta di ingresso mette un armadio delle sedie. I carabinieri salgono e forzano la porta e vedono Concetta La Farciola ormai senza vita in un ambiente saturo di gas. Il volo dal balcone. Nel frattempo il romeno sentitosi braccato, scavalca la ringhiera del balcone e si getta. Un volo di cinque metri. Evidentemente anestetizzato dall’alcol si rialza e va verso il garage. Dentro la rimessa due auto. Si infila nell’Alfa 75 con le chiavi già nel cruscotto. Ma con la marcia ingranata non riesce ad accederla.

L’arresto. A quel punto i carabinieri gli piombano addosso. Nasce una intensa colluttazione. Tenoseanu sferra calci e pugni. Due militari restano feriti. Scattano le manette. L’uomo ha una gamba fratturata e qualche problema alla spina dorsale, conseguenze del salto dal balcone. Viene portato in ospedale sotto scorta. Assistito dall’avvocato Giovanni Angelucci di Francavilla, si avvale della facoltà di non rispondere. Le indagini. I carabinieri nelle ore immediatamente dopo il delitto hanno sentito diversi testimoni. Vicini di casa, parenti, nipoti. La ricostruzione sembra chiara anche se per stabilire l’ora del delitto si deve attendere il risultato dell’autopsia che verrà eseguita domani mattina nell’obitorio dell’ospedale Bernabeo dal medico legale Cristian D’Ovidio. I coltelli. Tenoseanu con sé aveva tre coltelli. Due suoi e l’altro prelevato dalla cucina della famiglia La Farciola.

Non si sa con quale dei tre abbia ucciso l’anziana. Insieme agli indumenti sono stati sequestrati anche i coltelli che verranno analizzati dagli investigatori della sezione scientifica dei carabinieri del comando provinciale di via Arniense. La telefonata in Romania. C’è una telefonata che Tenoseanu avrebbe fatto a una connazionale in Romania probabilmente nella mattinata di venerdì. «Faccio una strage», avrebbe detto alla donna che preoccupata si è premurata di chiamare un altro connazionale a Roma. «Guarda che Bebé sta fuori, vedi che puoi fare». L’uomo ha così chiamato i carabinieri di Ortona avvertentendoli delle strane minacce del connazionale. I militari non avrebbero fatto altro che comunicare al romeno che era arrivato tardi e il peggio era già successo. Il movente. Un omicidio che per ora non ha movente. Tra la famiglia di Concetta La Farciola e il romeno non c’erano screzi né problemi.

L’uomo qualche volta lavorava nei loro campi e frequentava abitualmente la casa. La magistratura. Le accuse sono di omicidio, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, minaccia grave, tentato furto di auto e rapina del cellulare. L’uomo dopo l’arresto si è chiuso nel mutismo. Verrà ascoltato questa mattina dal Gip per la convalida dell’arresto.

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