Ortopedia aperta 5 giorni Borrelli: l’ospedale muore

Atessa, al San Camillo week surgery con gli interventi chirurgici programmati Il consigliere: «Sanità a pezzi nell’area industriale più grande d’Abruzzo»

ATESSA. «Altro che centro di eccellenza, l’ospedale di Atessa sta morendo». È il commento di Giulio Borrelli consigliere comunale di minoranza e leader del Movimento per Atessa Unita (Mau), dopo la notizia dell’attivazione da parte della Asl della week surgery nell’ospedale San Camillo. La nuova possibilità d’intervento chirurgico che prevede l’ingresso in ospedale il lunedì per essere sottoposti a interventi programmati e le dimissioni entro il venerdì, con la chiusura del reparto nel fine settimana, per Borelli non è una scelta positiva per Atessa, come sostenuto dal sindaco, Nicola Cicchitti. Il primo cittadino, infatti, ha accolto con favore la metodica perché farebbe del San Camillo un punto di eccellenza per gli interventi chirurgici minori.

«Siamo alla solita propaganda sulla pelle dei cittadini», attacca Borrelli, «per parlare di week surgery e day surgery come centri di eccellenza, occorrono elevati numeri di interventi di varie discipline chirurgiche. E questi numeri ad Atessa non esistono e non esisteranno».

«Il fine settimana i reparti chirurgici sono completamente chiusi e quindi anche una banale frattura non può essere trattata chirurgicamente ad Atessa», fa notare il consigliere, «e questo avrà ripercussioni negative anche sul presidio di Lanciano dove aumenteranno a dismisura le liste di attesa, già tanto lunghe, perché si dovranno smaltire gli interventi di ortopedia maggiore che non possono più essere effettuati ad Atessa. I pazienti traumatizzati gireranno l’Abruzzo in cerca di sistemazione e si opereranno fuori regione o in cliniche private». Di conseguenza aumenteranno i costi e la mobilità passiva? «Non si risparmia chiudendo due reparti nel fine settimana», sostiene Borrelli, «in quanto gli stipendi del personale non potranno essere decurtati. Dovranno essere pagate indennità, reperibilità e straordinari al personale dirottato altrove e si assisterà a un viavai di ambulanze, costrette a fare chilometri con dispendio di forze, uomini, tempo e denaro. Si è pensato solo ai tagli per questo ospedale senza considerare che abbiamo la zona industriale più grande d’Abruzzo e un blocco operatorio all’avanguardia costato circa 4 milioni».

Per il Mau la week surgery è una condanna per il San Camillo. «Caro Cicchitti, togli l’aureola di santo protettore», conclude il consigliere, «indossa i panni del sindaco e pensa seriamente a difendere il San Camillo invece di inseguire la chimera di una megastruttura ospedaliera, che è poco probabile possa essere realizzata in Val di Sangro».

Teresa D Rocco

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