Ospedale in bilico tra tagli e nuovi servizi

Atessa, le contraddizioni del San Camillo destinato alla Riabilitazione ma senza palestra per riabilitarsi

ATESSA. Un ospedale “normale” in cui operare d’urgenza all’appendicite o a un femore rotto non è possibile averlo qui. Ma qui, invece, si vuole creare un centro di eccellenza per interventi programmati e minori utilizzando le sale operatorie ultramoderne. Un ospedale dove i reparti di Chirurgia e Ortopedia “chiudono” il fine settimana e hanno chiuso anche durante le feste natalzie visto che dal 23 dicembre al 7 gennaio non ci sono stati interventi, costringendo il personale del 118 a viaggi in ambulanza per i trasferimenti di pazienti acuti a Lanciano e Chieti, lasciando così sguarnito il territorio per le urgenze. Un ospedale che ha una vocazione per la Riabilitazione e la Lungodegenza nonostante manchi, ad esempio, la palestra in cui “riabilitarsi” e il primario di Riabilitazione. Un ospedale in bilico tra la voglia e la possibilità di ritagliarsi un posto al sole, proprio grazie alla day e week surgery se qui vi convergessero tutti gli interventi minori aziendali, ma su cui pende la spada di Damocle della chiusura paventata dal governo che ha pronta la scure per tagliare i presidi sotto i 120 posti letto acuti.

Vive di contraddizioni il San Camillo de Lellis, 80 posti letto, dove la Asl ha attivato nei giorni scorsi la week surgery, la metodica di lavoro che prevede che un paziente che deve essere sottoposto a intervento programmato venga ricoverato il lunedì e dimesso entro il venerdì e dove il personale ha incontrato il manager Asl Francesco Zavattaro proprio per capire quale sarà il destino del presidio che un tempo era di riferimento per tutto il territorio e che serviva la zona industriale più grande del sud Italia.

Un destino legato alla Riabilitazione e alla Lungodegenza come scritto nell’atto aziendale e ribadito dal manager che ha promesso l’invio di 4 medici e 2 tecnici per poter lavorare. Un destino che vede il presidio vivere un momento delicato, visto che si sta trasformando di fatto da ospedale per acuti a struttura per sub- acuti e che resta terreno di scontro della politica.

Due le unità complesse rimaste: Medicina e Lungodegenza e Riabilitazione. Già, ma è incredibile che la Riabilitazione sia senza primario e senza palestra in cui i pazienti dovrebbero “lavorare”. Contraddizione che il manager Asl vuole sanare bandendo il concorso da primario e a trovando i fondi per i lavori attesi in realtà da tre anni.

C’è da verificare che cosa porterà la week surgery visto che senza le urgenze e le grandi operazioni, mancando la Rianimazione, Atessa ha perso molti interventi chirurgici. Se la week surgery non sarà aziendale, ma resterà confinata agli interventi minori di Lanciano, avrà ripercussioni negative sul presidio in cui mancano medici al Pronto soccorso e dove il 118 lavora incessantemente per assicurare urgenze e trasferimenti di pazienti in altri ospedali.

Teresa Di Rocco

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