Palazzo degli studi conteso All’università servono aule

Crescono gli iscritti ai corsi dell’ateneo teramano nell’edificio diviso con Its e Inps Scartata l’ipotesi dell’istituto Gesù Bambino: troppo alto il costo per ristrutturarlo
LANCIANO. Palazzo degli studi inizia ad andare stretto per le ambizioni di Lanciano, che dallo scorso anno è tornata ad avere un corso universitario al quale si affianca una ben avviata formazione post diploma. Quest’anno un accordo è stato trovato tra Its e università di Teramo per la gestione degli spazi. UniTe ha chiesto una quarta aula in condivisione: l’Its sarà presente di mattina, l’università di pomeriggio. Ma in futuro i problemi aumenteranno, vista anche l’ala occupata dagli uffici dell’Inps.
«Per il primo anno gli iscritti al corso di Diritto dell’ambiente e dell’energia sono stati cento, un successo considerato che Scienze giuridiche, alla Sapienza di Roma, ne ha avuti 105», dice il sindaco Filippo Paolini, «e il report per il secondo anno è buono (le iscrizioni sono aperte fino al 5 novembre, ndc). Il problema è quello degli spazi: stavolta, grazie alla mediazione dell’assessore all’Istruzione Angelo Palmieri e del presidente del Consorzio universitario Eliana De Berardinis, una soluzione è stata trovata, ma in futuro aumenteranno corsi e iscritti. Va trovata una soluzione che non metta a rischio la presenza dell’Inps in città».
Nei mesi scorsi l’amministrazione aveva avviato una trattativa per l’acquisto dell’istituto Gesù Bambino di via Fagiani, gestito dalle suore missionarie francescane e chiuso nel novembre 2023 dopo 50 anni di attività scolastica paritaria. Un edificio che per i suoi spazi – settemila metri quadrati al coperto e tremila all’aperto – potrebbe diventare un polo polifunzionale. Dopo mesi di stallo, l’ipotesi si allontana. «Non è tanto il costo dell’acquisto, per il quale potremmo arrivare anche a 3 milioni di euro dilazionati», spiega Paolini, «quanto quello per la ristrutturazione: ho riparlato con i tecnici che hanno fatto sopralluoghi e valutazioni e secondo loro occorrono almeno 500-600 euro al metro quadro. Ma i mutui a noi servono per fare strade e lavori».
Il problema degli spazi in città riguarda anche le forze dell’ordine, in particolare guardia di finanza, polizia e carabinieri, tutti in cerca di nuove sedi: «Non riusciamo a vendere, per fare cassa, neanche un edificio storico come palazzo Berenga», dice ancora il sindaco, «perché in centro storico mancano i parcheggi». Stesso discorso, quello della carenza di posti auto, anche per palazzo Novecento in via De Titta, dove per ora sono ultimati solo piano terra e primo piano attualmente occupati dagli uffici Asl traslocati da via Spaventa. Per quest’area, però, Paolini nei giorni scorsi è tornato alla carica con i vertici della Tua per l’area di via Del Mancino: «Dobbiamo assolutamente sederci a un tavolo e decidere cosa fare dell’area ex Sangritana», sostiene il primo cittadino, «come l’area di risulta è stata strategica per Pescara, lo è anche per Lanciano. Potremmo realizzarvi dei parcheggi e rivoluzionare la viabilità d’ingresso alla città: oggi chi arriva da Fossacesia-MozzagrognaSanta Maria Imbaro è costretto a percorrere una traversa, via De Pasqua, per la quale riceviamo tantissime lamentele. L’ingresso dovrebbe essere, invece, da via Santo Spirito, realizzando una rotonda dentro l’area Sangritana ed eliminando binari e recinzione. È inutile ormai continuare a parlare di treno», conclude Paolini, «anche in vista della pista ciclabile sull’ex tracciato, finanziata dalla Regione, si potrebbe prevedere un mezzo elettrico leggero».
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