Parco solare in mare Oggi la decisione sul dibattito in aula 

Capigruppo in riunione per fissare il consiglio comunale Cocciola: «Il caso sollevato da noi, maggioranza assente»

ORTONA. Progetto del parco fotovoltaico poco lontano dalla costa di Ortona, tra le località Riccetta e il Parco delle dune di Postilli: si tiene questa mattina la conferenza dei capigruppo per discutere sulla fissazione del prossimo consiglio comunale, così come richiesto da quattro consiglieri del gruppo politico di opposizione “Solo Ortona nella testa”. «Abbiamo chiesto la convocazione del consiglio comunale lo scorso 26 gennaio, proprio per consentire ai consiglieri di approfondire ogni aspetto tecnico e politico in maniera unanime, per poi rimandare alle commissioni di riferimento la possibilità di presentare osservazioni mirate entro il prossimo 16 febbraio», afferma Ilario Cocciola, portavoce del gruppo politico “Solo Ortona nella testa”. «Dunque ci siamo attivati anche per i consiglieri comunali di maggioranza che, come al solito, erano all’oscuro di tutto. Purtroppo questa tardiva convocazione della riunione dei capigruppo ha fatto saltare ogni tempistica e ci lascia perplessi su quanto la maggioranza abbia a cuore questioni sensibili come questa, al di là di ogni posizione».
Secondo il gruppo politico, l’impianto in questione porrà sulla costa ortonese vincoli di grande rilevanza economica e paesaggistica, mentre le ricadute positive non sembra siano presenti, quantomeno perché negli atti depositati dalla società norvegese Fred Olsen Renewables Italy Srl alla capitaneria di porto di Ortona non emerge alcuna contropartita per la città. Di fatto, la società ha depositato una richiesta di concessione demaniale della durata di 40 anni per un’area di 4.583.765 metri quadrati, compresa tra i 2,5 chilometri dalla costa fino a 3,5 chilometri a largo: dunque dalla Riccetta fino a contrada Postilli. L’impianto, con potenza nominale pari a 100 MW e un investimento complessivo è di 207.080.107,54 euro, prevede ben 151.200 moduli posizionati su 40 piattaforme galleggianti, ciascuna di 200 metri per 200 metri, con un sistema di accumulo da 20 MW e di una stazione di trasformazione, entrambi daallestire in prossimità dell’area di impianto offshore, successivamente, una volta innalzata la tensione di 150 kV, l’energia verrebbe trasferita al punto di consegna alla rete Rtn, mediante un cavidotto a 150 kV parte marino e parte terrestre. In pratica si tratta di una centrale fotovoltaica offshore con il cavidotto che atterrerebbe vicino contrada Arielli e sarà connesso alla rete elettrica nella linea “Miglianico Ortona”.
«Tra i vari problemi», conclude il consigliere Cocciola, «emerge la possente visibilità dell’impianto fino a molti chilometri oltre la sua posizione, anche dalla riva, per non parlare degli alberghi e delle abitazioni sul colle dove sono presenti diversi B&B. Inoltre devono considerarsi anche dei limiti di navigabilità e pesca che verranno posti dalla capitaneria di porto per ulteriori 500 metri perimetrali, dunque la piccola pesca e le vongolare si vedranno sottratte un’area di grande importanza lavorativa, tanto da mettere a rischio economico l’intero comparto marinaro costiero, a cui aggiungere anche l’impossibilità per i diportisti di frequentare la costa nord di Ortona. Anche le attività di soccorso in mare potrebbero essere messe a rischio proprio per l’ampiezza e profondità dell’area. Si ricorda», conclude il consigliere Cocciola, «che in contrada Postilli dovrebbe atterrare anche il cavidotto del parco eolico di Vasto - posto però a 12 miglia dalla costa - per il quale la maggioranza del Comune di Ortona non ha neanche attivato un canale di informazione alla città e per questo, pur essendo minoranza, ci vediamo attivi nell’informare la cittadinanza. Sul punto ci viene da fare una battuta amara: la maggioranza presa tra feste e crisi interna confida troppo nel nostro impegno di studio e di dovere civico. Accade di continuo e per ogni questione di spessore ma se non è in grado di governare le problematiche più complesse può sempre ricorrere alla migliore soluzione per la città: rassegnare le dimissioni». (cr.ch.)
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