Pasta, olio e legumi nasce lo sportello per le nuove povertà

Iniziativa a San Paolo di Caritas, Croce Rossa e Comune per aiutare temporaneamente le famiglie senza soldi

VASTO. Il numero di famiglie in difficoltà cresce a dismisura La mensa della Caritas non basta più. Il parroco di San Paolo, don Gianni Sciorra, responsabile diocesano, in collaborazione con la Caritas, la Croce Rossa e il Comune, ha deciso di aprire un emporio della solidarietà. Il magazzino è in fase di allestimento nei locali vicini all’auditorium comunale sotto la chiesa di San Paolo. I generi di prima necessità (saponi, detersivi, pasta, olio, pomodori in scatola, tonno, legumi, prodotti a lunga conservazione) donati da associazioni e singoli benefattori saranno sistemati negli scaffali e messi a disposizione di quanti ne avranno bisogno per il vivere quotidiano.

Le politiche della divaricazione sociale degli ultimi anni e la crisi finanziaria hanno allargato l’area della vulnerabilità sociale e portato alla povertà fasce di popolazione fino a ieri abituate a una vita dignitosa. I cosiddetti “nuovi poveri” sono sprofondati in una zona grigia dove la mancanza di denaro significa insicurezza, precarietà e fragilità relazionale.

Monsignor Bruno Forte, vescovo della diocesi Chieti-Vasto, particolarmente sensibile al problema, insieme ai parroci della città e del comprensorio, ha deciso di tendere una mano ai meno fortunati e per questo più deboli. L’emporio della solidarietà, pensato come aiuto temporaneo, cercherà di integrare la cosiddetta quarta settimana, quella in cui le famiglie hanno finito lo stipendio e non riescono più a fare la spesa. La Chiesa è intervenuta pensando soprattutto ai più piccoli e agli anziani. Oltretutto con l’arrivo dell'inverno i disagi sono raddoppiati.

«Più di un pensionato ha cercato in questo periodo di farsi ricoverare in ospedale per avere un letto e un pasto caldo. È davvero molto triste», dice un volontario.

Gestito dalla parrocchia e dalle associazioni, il magazzino cercherà di tamponare la disastrosa situazione economica di tante famiglie, costrette persino a chiedere le candele ai parroci perché le bollette costano troppo e le utenze sono state staccate.

Le parrocchie cittadine fanno quello che possono ma diventa sempre più difficile trovare approvvigionamenti. La paura del futuro riduce anche la generosità. Nel 2009 i nuclei familiari assistiti dalla Caritas erano poco più di 200. Oggi non si contano più.

La Caritas invita tutti i cittadini a donare anche una sola scatoletta di cibo. Don Gianni, don Gianfranco, don Gino, don Massimo, don Stellerino e tutti i parroci della città fanno altrettanto. «Chissà quanto cibo non piace e viene buttato via. Portatelo all’emporio. Aiuterà tante famiglie a sopravvivere», è il messaggio dei sacerdoti.

Il comprensorio ha fatto un salto indietro di 60 anni. Il momento è delicatissimo e l’emergenza sociale è a livelli altissimi. La nuova povertà è spesso invisibile. Sono tanti quelli che digiunano e si ammalano perché si vergognano di chiedere aiuto. Avere un emporio a disposizione per sopperire alle necessità sarà sicuramente di grande aiuto.

Paola Calvano

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