Piromane per protesta contro gli autovelox 

Carabinieri sulle tracce di un automobilista: trovati stracci imbevuti di liquido infiammabile. Evacuate alcune abitazioni

SCHIAVI D’ABRUZZO . Quattro squadre dei vigili del fuoco al lavoro per ore, decine di uomini della Protezione civile, elicotteri e Canadair non sono bastati ad evitare l’ennesimo disastro ambientale di natura dolosa. L’Alto Vastese è stato distrutto nelle ultime 48 ore da una sequenza di incendi dolosi. A Schiavi d’Abruzzo il fronte delle fiamme ha raggiunto ieri una lunghezza di 7 chilometri. Focolai anche a Carunchio e Palmoli. I carabinieri sono sulle tracce di un piromane che avrebbe appiccato il fuoco in almeno dieci punti a ridosso della Fondovalle Trignina. In molti casi le fiamme sono state spente da volontari della protezione civile Valtrigno e Arcobaleno. Molti i volontari arrivati anche dal Molise. Alcuni soccorritori avrebbero trovato stracci e calze di nylon imbevuti di materiale infiammabile fra la vegetazione. Il condizionale è d’obbligo, gli investigatori per il momento non si sbilanciano. Certo è che i carabinieri delle stazioni e i colleghi forestali stanno indagando in tal senso. La macchina si è messa in moto già il giorno di Ferragosto. I militari avrebbero in mano la targa di un sospettato. A confermare il dolo la contestualità di più roghi e il riaccendersi di nuovi focolai accanto a quelli spenti. Dopo aver passato la notte di Ferragosto al lavoro, quando ormai pensavano di aver sconfitto il fuoco, ieri mattina vigili del fuoco e Protezione civile sono dovuti tornare a Schiavi. Le fiamme hanno riattaccato la collina. In poche ore si è sviluppato un nuovo grave incendio che ieri ha raggiunto un fronte di 7 chilometri. Il danno è incalcolabile. Se identificato il piromane rischia l’arresto per disastro doloso. I militari stanno lavorando a un’ipotesi che, se confermata, avrebbe del clamoroso: il fuoco sarebbe stato appiccato per protesta contro gli autovelox installati lungo la Trignina. Micce impregnate di materiale infiammabile sono state ritrovate nelle vicinanze delle colonnine per la misurazione della velocità delle auto a Carunchio, Palmoli, Tufillo, Castelguidone e San Giovanni Lipioni. Le squadre dei vigili del fuoco e i volontari della protezione civile hanno faticato e non poco a proteggere i capannoni dell’area artigianale di Schiavi e diverse abitazioni di contrada Cupello, Valle Cupa, Badia e Taverna minacciate dalle fiamme. Alle 15, per maggiore sicurezza, alcune famiglie di contrada Cupello sono state evacuate dalle abitazioni (la contrada dista circa 5 chilometri dal centro del paese e d’estate è abitata da 150 persone). Qualche minuto dopo il fuoco ha cominciato a risalire verso il centro abitato. «È terribile. Un vero e proprio disastro. Il vento ha fatto la sua parte», dice il sindaco Luciano Piluso, che ha partecipato alle operazioni, «lascio agli investigatori scoprire le cause, ma sono tanto preoccupato per le famiglie. Mi dispiace che debbano sopportare tanti disagi», si è rammaricato il primo cittadino. Alle 15,45 i lanci d’acqua di un Canadair dei vigili del fuoco hanno aiutato moltissimo i soccorritori. L’areo ha fatto la spola più volte con il golfo di Vasto, ricaricando acqua dal mare. In località Canale è stata richiesta un’ambulanza per prelevare un anziano con problemi a causa dell’aria resa irrespirabile dalle fiamme. Dalla sala operativa regionale della Protezione civile la situazione è stata tenuta costantemente sotto controllo, ma l’inferno è durato per ore.
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