Pochi infermieri, reparti a rischio

Allarme della Cgil per pneumologia e pediatria. Asl: terrorismo mediatico
CHIETI. Pochi infermieri, reparti a rischio chiusura. L'allarme è della Cgil-funzione pubblica. «Nei prossimi giorni le unità operative di pneumologia, neurologia e pediatria del Santissima Annunziata», dice il segretario provinciale Andrea Gagliardi, «si troveranno con un numero assolutamente insufficiente di infermieri, per garantire la copertura dei turni di lavoro e quindi i livelli minimi di assistenza, Lea, dovuti per legge». L'ipotesi viene rigettata dal direttore sanitario della Asl, Amedeo Budassi. «E' assolutamente impossibile», afferma, «che chiudano tre reparti. Questo terrorismo mediatico è drammatico per il sistema sanitario».
La Cgil, però, offre numeri ben precisi. «Nella pneumologia e nella neurologia teatina», continua Gagliardi, «si potrebbe avere una disponibilità ridotta degli infermieri, anche fino a 7-8 a giornata, al limite per coprire i turni di lavoro. La situazione della pediatria è analoga».
Sulla carenza di infermieri, del resto, era interventuo qualche giorno fa anche Aldo Cerulli di Cittadinanzattiva, sottolineando il rischio concreto di collasso per l'ospedale, una volta andati via, a fine mese, 40 infermieri.
La Asl, allora come ora, ribadisce che ha riattivato una graduatoria di mobilità e riporterà in corsia altrettanti infermieri.
Nel frattempo l'azienda tamponerà la situazione con straordinari, doppi turni e una più generica razionalizzazione delle risorse umane. Resta che il freddo di questi giorni può innescare l'acuirsi dell'epidemia influenzale che riempiono a dismisura le corsie.
Malattie da cui non è immune il personale. Assenze per malattia, allora, possono aggravare la situazione. difficile non solo a Chieti.
«Abbiamo notizie di altrettante emergenze anche sugli ospedali di Lanciano, Vasto e Atessa», continua Gagliardi, «la storica carenza di organico di questa Asl è il risultato del micidiale mix tra la normativa nazionale, che consente la prosecuzione solo del 50 per cento dei contratti a termine rispetto a quelli attivati nel 2009, il rispetto del piano di rientro dei debiti sulla sanità, imposto alla nostra Regione dal governo nazionale e l'assoluta incapacità di gestione della sanità del governo regionale, che rifiuta, tra l'altro, qualunque discussione sull'argomento».
La Cgil boccia la riorganizzazione della rete ospedaliera.
«E' stata fatta», prosegue Gagliardi, «in assenza di una medicina del territorio che funzionasse e in mancanza di una rete di emergenza-urgenza realmente efficiente. I nodi vengono ora al pettine e gli errori li pagano i cittadini, che non vedono garantito il diritto all'assistenza, e i lavoratori, costretti da anni a doppi turni di lavoro in condizioni estreme». La posizione è netta.
«Adesso basta», conclude Gagliardi, «non è più possibile andare avanti in questo modo. In mancanza di un cambio deciso di marcia valuteremo ogni ipotesi percorribile, a partire da una grande azione di mobilitazione dei lavoratori della sanità». (s.b.)
La Cgil, però, offre numeri ben precisi. «Nella pneumologia e nella neurologia teatina», continua Gagliardi, «si potrebbe avere una disponibilità ridotta degli infermieri, anche fino a 7-8 a giornata, al limite per coprire i turni di lavoro. La situazione della pediatria è analoga».
Sulla carenza di infermieri, del resto, era interventuo qualche giorno fa anche Aldo Cerulli di Cittadinanzattiva, sottolineando il rischio concreto di collasso per l'ospedale, una volta andati via, a fine mese, 40 infermieri.
La Asl, allora come ora, ribadisce che ha riattivato una graduatoria di mobilità e riporterà in corsia altrettanti infermieri.
Nel frattempo l'azienda tamponerà la situazione con straordinari, doppi turni e una più generica razionalizzazione delle risorse umane. Resta che il freddo di questi giorni può innescare l'acuirsi dell'epidemia influenzale che riempiono a dismisura le corsie.
Malattie da cui non è immune il personale. Assenze per malattia, allora, possono aggravare la situazione. difficile non solo a Chieti.
«Abbiamo notizie di altrettante emergenze anche sugli ospedali di Lanciano, Vasto e Atessa», continua Gagliardi, «la storica carenza di organico di questa Asl è il risultato del micidiale mix tra la normativa nazionale, che consente la prosecuzione solo del 50 per cento dei contratti a termine rispetto a quelli attivati nel 2009, il rispetto del piano di rientro dei debiti sulla sanità, imposto alla nostra Regione dal governo nazionale e l'assoluta incapacità di gestione della sanità del governo regionale, che rifiuta, tra l'altro, qualunque discussione sull'argomento».
La Cgil boccia la riorganizzazione della rete ospedaliera.
«E' stata fatta», prosegue Gagliardi, «in assenza di una medicina del territorio che funzionasse e in mancanza di una rete di emergenza-urgenza realmente efficiente. I nodi vengono ora al pettine e gli errori li pagano i cittadini, che non vedono garantito il diritto all'assistenza, e i lavoratori, costretti da anni a doppi turni di lavoro in condizioni estreme». La posizione è netta.
«Adesso basta», conclude Gagliardi, «non è più possibile andare avanti in questo modo. In mancanza di un cambio deciso di marcia valuteremo ogni ipotesi percorribile, a partire da una grande azione di mobilitazione dei lavoratori della sanità». (s.b.)
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