Polo scolastico ai Cappuccini
Patto con i privati: in cambio offerti i plessi in centro.
LANCIANO. Un patto con i privati per il nuovo polo scolastico: è il progetto dell’amministrazione comunale, sulla scia del piano già approvato per la nuova elementare del quartiere Santa Rita. Palazzi in cambio della costruzione di scuole, per garantire il rispetto delle norme antisismiche e la sicurezza degli alunni.
Edifici solidi ma vecchi, nei quali finora si è messa solo qualche toppa: la maggior parte delle scuole comunali ha queste caratteristiche che, dopo il terremoto dello scorso 6 aprile all’Aquila, non fanno dormire sonni tranquilli alle famiglie degli studenti frentani.
Le verifiche effettuate nelle settimane successive al sisma, seppure hanno dato esito positivo (dimostrando che le scuole lancianesi sono tutte solide), non hanno però archiviato del tutto paure e preoccupazioni di genitori e amministratori. Però è troppo dispendioso per le casse del municipio, dicono gli amministratori, adeguare gli edifici più vecchi alle normative antisismiche. La soluzione diventa allora un intervento pubblico-privato che porterà a spostare almeno tre scuole nella zona dei Cappuccini e a ricostruirle di sana pianta.
Una soluzione già sperimentata per la scuola elementare Bellisario, nel quartiere Santa Rita, in seguito alle proteste di mamme e papà dei piccoli alunni: sull’area in cui sorge l’edificio il privato, che sarà individuato tramite un bando di gara, potrà realizzare 80 appartamenti in cambio della nuova scuola, un’operazione immobiliare da un milione 100mila euro. «Ci stiamo muovendo in questa direzione anche per altre scuole», conferma il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici, Paolo Bomba (Udc), «per creare un nuovo polo nel quale spostare quegli edifici che è difficile adeguare alla normativa antisismica». Nella nuova area, individuata nella zona di via Rosato dove sorge già il nuovo istituto professionale De Giorgio realizzato dalla Provincia, si sposterebbero la elementare Eroi Ottobrini e le medie Umberto I e Mazzini, che insieme contano circa 1500 alunni e sono tra le scuole più vetuste della città.
«Quest’operazione servirebbe anche ad alleggerire il traffico nel centro urbano», aggiunge l’assessore all’Urbanistica, Marco Di Domenico (Pdl), «oltre ad essere a costo zero per le casse del Comune, che non può ricorrere all’indebitamento pubblico». Ma al posto delle scuole sorgerebbero palazzi residenziali, in un quartiere già densamente abitato come i Cappuccini (che conta anche qualche “ecomostro”, condomini da decine di appartamenti) e che ne ingolferebbero comunque la viabilità.
Sul fronte della sicurezza delle scuole, comunque, il Comune ha stanziato, con una variante al bilancio alla fine dell’anno, 170mila euro per effettuare nuove verifiche di vulnerabilità sismica e idoneità statica degli edifici (già condotte alla Mazzini). I fondi consentiranno di effettuare controlli su altre sette delle 23 scuole comunali.

Edifici solidi ma vecchi, nei quali finora si è messa solo qualche toppa: la maggior parte delle scuole comunali ha queste caratteristiche che, dopo il terremoto dello scorso 6 aprile all’Aquila, non fanno dormire sonni tranquilli alle famiglie degli studenti frentani.
Le verifiche effettuate nelle settimane successive al sisma, seppure hanno dato esito positivo (dimostrando che le scuole lancianesi sono tutte solide), non hanno però archiviato del tutto paure e preoccupazioni di genitori e amministratori. Però è troppo dispendioso per le casse del municipio, dicono gli amministratori, adeguare gli edifici più vecchi alle normative antisismiche. La soluzione diventa allora un intervento pubblico-privato che porterà a spostare almeno tre scuole nella zona dei Cappuccini e a ricostruirle di sana pianta.
Una soluzione già sperimentata per la scuola elementare Bellisario, nel quartiere Santa Rita, in seguito alle proteste di mamme e papà dei piccoli alunni: sull’area in cui sorge l’edificio il privato, che sarà individuato tramite un bando di gara, potrà realizzare 80 appartamenti in cambio della nuova scuola, un’operazione immobiliare da un milione 100mila euro. «Ci stiamo muovendo in questa direzione anche per altre scuole», conferma il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici, Paolo Bomba (Udc), «per creare un nuovo polo nel quale spostare quegli edifici che è difficile adeguare alla normativa antisismica». Nella nuova area, individuata nella zona di via Rosato dove sorge già il nuovo istituto professionale De Giorgio realizzato dalla Provincia, si sposterebbero la elementare Eroi Ottobrini e le medie Umberto I e Mazzini, che insieme contano circa 1500 alunni e sono tra le scuole più vetuste della città.
«Quest’operazione servirebbe anche ad alleggerire il traffico nel centro urbano», aggiunge l’assessore all’Urbanistica, Marco Di Domenico (Pdl), «oltre ad essere a costo zero per le casse del Comune, che non può ricorrere all’indebitamento pubblico». Ma al posto delle scuole sorgerebbero palazzi residenziali, in un quartiere già densamente abitato come i Cappuccini (che conta anche qualche “ecomostro”, condomini da decine di appartamenti) e che ne ingolferebbero comunque la viabilità.
Sul fronte della sicurezza delle scuole, comunque, il Comune ha stanziato, con una variante al bilancio alla fine dell’anno, 170mila euro per effettuare nuove verifiche di vulnerabilità sismica e idoneità statica degli edifici (già condotte alla Mazzini). I fondi consentiranno di effettuare controlli su altre sette delle 23 scuole comunali.