Porto turistico, il Comune vuole vendere le sue quote

L’argomento in consiglio, il sindaco: uscire dalle società partecipate è un obbligo L’opposizione: operazione poco trasparente, no alla completa privatizzazione

SAN SALVO. Aumentano i capitali privati e diminuisce la compartecipazione del Comune che entro il 30 settembre metterà in vendita le proprie quote. E’ la proposta di capitalizzazione del porto turistico uno dei punti più caldi all’ordine del giorno dell’assemblea civica convocata dal presidente Eugenio Spadano per le 9 di martedì 30 aprile in seduta di prima convocazione e per il 3 maggio, alla stessa ora, in seconda. In discussione la posizione dell’ente pubblico all’interno della società Le Marinelle che attualmente conta 46 soci: il partner pubblico più 45 privati. Il momento per la nautica è delicato: sono mutate le condizioni di mercato e la domanda e la struttura di San Salvo deve anche fronteggiare la concorrenza della vicina darsena di Montenero di Bisaccia.

«La decisione di ridurre ulteriormente le quote non è una scelta politica, ma un obbligo di legge», spiega il sindaco Tiziana Magnacca, «un decreto del 2010 impone ai comuni con una popolazione inferiore ai 30mila abitanti di dismettere le società partecipate. In consiglio comunale voteremo la capitalizzazione per far entrare altri capitali privati, ma l’obiettivo è quello di uscire completamente dalla società che gestisce la struttura e indire una gara entro il 30 settembre per vendere le quote a carico del Comune che attualmente detiene il 21 per cento».

Il primo piano di capitalizzazione risale al 2010: in quella occasione l’ente, che all’epoca era socio al 51 per cento, decise di ridurre le quote, consentendo l’ingresso di altri soggetti privati, alcuni dei quali con quote rilevanti.

«In questi anni il porto ha perso la sua connotazione di struttura al servizio della collettività diventando una vera e propria attività commerciale», annota ancora il sindaco, «per noi l’infrastruttura deve essere riqualificata per diventare una piazza sul mare e per rilanciare il turismo a San Salvo Marina».

Le minoranze,parlano di “operazione poco trasparente”.

«Il porto, che è nato con il 51 per cento di capitale pubblico, finirà nelle mani dei privati», dice Gabriele Marchese, oggi consigliere comunale di San Salvo democratica, favorevole ad una governance diffusa, piuttosto che alla completa privatizzazione della struttura portuale. Insomma, si prevede un dibattito piuttosto acceso. Tra gli altri argomenti in discussione spiccano il parco della costa teatina e Ombrina mare. Nel primo caso l’amministrazione ha deciso di apportare qualche modifica rispetto alla perimetrazione delineata dal commissario prefettizio, includendo nell’area da tutelare la zona che dalla statale 16 Adriatica arriva fino alla battigia, includendo il biotopo costiero e le aree tratturali.

Anna Bontempo

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