Powertrain, scoperti altri proiettili 7,65

Ispezione tra i bancali conferma la presenza di almeno 11 bossoli dello stesso calibro

TERMOLI. Un'ispezione più accurata tra i bancali dei capannoni industriali dello stabilimento e la fabbrica di automobili si trasforma in un piccolo arsenale di munizioni. Cresce il numero dei proiettili 7,65 disseminati nei capannoni della Powertrain di Contrada del Re a Termoli da una mano che resta per il momento invisibile. L'ultimo rapporto consegna la notizia che altri 8 bossoli sono stati recuperati nella stessa area dello stabilimento, tutti di calibro 7,65, oltre ai primi scoperti nella notte tra venerdì e sabato.

I ritrovamenti sono ricominciati ieri e fonti ufficiose parlano di 13 proiettili già consegnati, anche se gli investigatori non confermano il numero dei bossoli e, soprattutto, escludono rivendicazioni e altri particolari che possano far pensare a una minaccia eversiva contro l'azienda o nei confronti di qualche dirigente.

Dopo i primi tre proiettili scoperti alle 4 di sabato mattina, quando due operai li hanno visti fuoriuscire dal tubo di un bancale che conteneva materiale scaricato da un tir della Marelli di Crevalcore (Bologna), i bossoli sono diventati cinque nelle prime ore di ripresa dell'attività produttiva settimanale. Poi è spuntato il sesto, sempre ieri mattina, intorno alle 11. Era riposto in un cassone di materie prime da utilizzare per il montaggio dei motori. A trovarlo, è stato ancora una volta un dipendente della Ute 112 del reparto 8 valvole. Ma sembra che nel movimentare lo stesso cassone, siano caduti altri colpi inesplosi della stessa partita di munizioni, probabilmente nascosta in una tradotta di materiali. Qualche ora prima, intorno alle 8, il quinto bossolo era invece stato notato lungo un viale esterno al capannone motori, sempre dentro il recinto della Fiat.

Ritrovamenti che hanno reso necessaria una ricerca condotta fin nei meandri della Powertrain. E che sono proseguiti fino a sera con gli uomini del commissariato di Termoli impegnati a passare al setaccio ogni bancale. Ritrovamenti che evocano oscuri messaggi e, forse, l'emersione di un disagio profondo. A meno che tutto si riduca al comportamento di un folle animato dall'esclusiva volontà di esaperare il clima di una fabbrica alle prese con i difficili problemi della cassa integrazione e della crisi industriale.

Ansia e preoccupazione alimentano incredulità e spaesamento nel più grande stabilimento metalmeccanico molisano. Questa, almeno, è l'atmosfera che si percepisce davanti ai cancelli della fabbrica. Con i lavoratori impegnati a sviare commenti e richieste di spiegazione sugli accadimenti di questi giorni. «Proiettili calibro 7,65 nei capannoni? Non sappiamo. Chiedete alla sorveglianza», è la risposta che accomuna gran parte delle maestranze. E se la domanda viene girata alle guardie che stazionano all'ingresso della fabbrica, anche loro dicono di non sapere. Così il quesito rimbalza sulla dirigenza, che a sua volta chiede tempo e proroga ogni commento all'esito delle indagini affidate alla Digos di Campobasso dal sostituto procuratore Luca Venturi, del tribunale di Larino.

Gli scenari ancora in piedi sono due: uno, il più rassicurante, è che i bossoli arrivino da luoghi esterni allo stabilimento con il meccanismo dei depositi. Il secondo, è che qualcuno dentro alla Powertrain si sia messo in testa di attuare una strategia solitaria cercando di tenere desta l'attenzione sulla fabbrica molisana dopo i «fari spenti» dai dirigenti attorno al futuro dello stabilimento.

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