Processo per l’autovelox sulla Trignina, in 200 pronti al ricorso in appello

Multe contestate sulla Trignina: automobilisti e legali del Comitato uniti contro la sentenza di primo grado che ha assolto i 15 imputati

CARUNCHIO. Processo all’autovelox. Cinque mesi fa la sentenza di assoluzione per i quindici indagati, ora la decisione di ricorrere in appello. Il presidente Antonio Turdò e i legali del Comitato anti-autovelox non si arrendono. La prossima settimana il pool di avvocati che rappresenta centinaia di automobilisti si riunisce nei locali della sede della presidenza del Comitato per valutare meglio la situazione. La riunione era in programma ieri ma, a causa del maltempo, è stata rinviata alla prossima settimana. Gli avvocati Isabella Mugoni, Pasquale Lollino, Tonino Ferri, Michele Iadisernia, Adele Bonifacio e Maria Antonietta Mariani, programmeranno l’appello contro la sentenza di primo grado, sia in sede penale che civile.

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«Prima dell’incontro posso solo dire che la decisione nasce dalle richieste degli associati. La prossima settimana valuteremo il da farsi», afferma l’avvocato Isabella Mugoni. «Ho voluto questa convocazione», aggiunge il presidente Turdò, «poiché è in itinere una comunicazione da inviare a tutti coloro che si sono costituiti parte civile nel processo. Presto ci sarà un incontro con tutti gli automobilisti». Sono circa 200 gli automobilisti associati che si sono costituiti parte civile contro le sanzioni elevate sulla Trignina. Altri 25 lo hanno fatto da soli. A loro potrebbero aggiungersi altri multati. «Ricordiamo a tutti gli automobilisti che la nostra associazione è a disposizione sia nei ricorsi ai verbali che nelle opposizioni e sospensioni delle cartelle esattoriali di qualunque provenienza e natura di debito: dai bolli auto ai debiti previdenziali e contributivi, fino ai debiti fiscali», precisa Turdò. Ora, però, il Comitato torna a concentrare l’attenzione sul maxi processo che nel mese di giugno è terminato con l’assoluzione di tutti gli indagati, 15 tra amministratori comunali, vigili urbani e tecnici. Il tribunale, accogliendo le richieste della Procura vastese, ha ritenuto la non sussistenza dell’accusa di truffa, peculato, abuso d’ufficio e violazione dell’articolo 97 della Costituzione.

Il caso risale a 8 anni fa con le prime indagini dei carabinieri di Atessa. Proprio loro erano stati ascoltati dal collegio. La mega richiesta di risarcimento in primo grado è stata respinta. Il Comitato contesta multe per 87mila euro: 27 mila incassate dal Comune di San Giovanni Lipioni, 23mila da Fresagradinaria, 14mila da Cupello, 15mila da Lentella, 8mila da Dogliola. La vicenda tiene impegnati sette legali del Comitato contro altrettanti colleghi. (p.c.)

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