Progetto Lanciano: «Di Naccio ha voltato le spalle al gruppo»

24 Gennaio 2016

LANCIANO. «Progetto Lanciano non è un autobus dove si può scendere e salire, ma un movimento serio con regole che vanno rispettate». Pino Valente, leader del movimento civico che ha condotto il...

LANCIANO. «Progetto Lanciano non è un autobus dove si può scendere e salire, ma un movimento serio con regole che vanno rispettate». Pino Valente, leader del movimento civico che ha condotto il centrosinistra e Mario Pupillo alla vittoria nelle amministrative del 2011 (assieme alla lista civica di Donato Di Fonzo), ribalta la tesi dell’assessore “epurato” Antonio Di Naccio: nessuna rimozione sarebbe arrivata dal gruppo e dal suo ristretto direttivo. Anzi, sarebbe lo stesso Di Naccio ad essersi gradualmente allontanato. L’ex assessore avrebbe repentinamente cambiato idea. Come? La spiegazione la forniscono i fedelissimi di Valente, Michele Ucci, Nicola Ucci, Giacinto Verna e Daniele Pagano, con lui al tavolo di fronte a una sala gremita di persone in cui Valente ha voluto palesemente mostrare i muscoli. A chiedere la testa di Di Naccio sarebbe stato in primis il sindaco Mario Pupillo tra settembre e ottobre. Il motivo risiede nel fatto che l’assessore ha firmato come architetto un progetto privato, nonostante ricoprisse una carica pubblica. È lo scivolone che il primo cittadino non avrebbe sopportato. A “salvarlo” sarebbero stati proprio Valente e i consiglieri Ucci e Verna.

In più Di Naccio sarebbe stato sempre convinto della necessità di andare da soli alle elezioni e, anzi, di non appoggiare Pupillo nemmeno nell’ipotesi di ballottaggio. Salvo cambiare repentinamente idea alla fine di ottobre, dopo che le dimissioni chieste dal sindaco e offerte dallo stesso Di Naccio erano state ritirate.

«A Tonino», spiega il capogruppo Verna, «abbiamo detto che in caso di candidatura solitaria avremmo dovuto dimetterci tutti. Al che lui ha cambiato idea: ci ha detto che avrebbe seguito Pupillo per proseguire i progetti avviati e conservare il ruolo di assessore». E sarebbero tanti i malumori espressi dall’ex assessore ai suoi ex alleati. «Tonino deve capire che lamentele e sfoghi che mi faceva da amico», prosegue Verna, «in realtà io li leggevo da capogruppo di Progetto Lanciano». Le dimissioni di Di Naccio tornano alla ribalta il 15 dicembre e, poi, nella lettera datata 12 gennaio e protocollata il 14. «Non volevamo ricattare nessuno», tuona Valente, «altrimenti avremmo chiesto la testa di Di Naccio prima del consiglio sulla Variante e non dopo». Ma quel consiglio si tenne in realtà il 13 gennaio, proprio a cavallo tra le due richieste. Valente ribadisce di non essere alla ricerca di poltrone tanto che ha chiesto al sindaco di mantenere ad interim la delega ai lavori pubblici: «Siamo persone oneste, questi giochetti non ci piacciono e sono retaggio della vecchia politica. Noi siamo per la verità».

Daria De Laurentiis

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