Pugni e morsi all’ex fidanzato: una donna finisce sotto accusa 

Una teatina di 41 anni rischia di andare sotto processo per lesioni personali aggravate e molestie: non si è rassegnata alla fine della storia e ha tempestato l’uomo anche con 171 telefonate al giorno

CHIETI. Ha picchiato e tampinato l’ex fidanzato. Aggredendolo a morsi e pugni, suonando al suo citofono di casa nel cuore della notte, telefonandogli fino a 171 volte in un solo giorno. M.C., 41 anni di Chieti, è finita sotto accusa per i reati di lesioni personali aggravate e molestie. Il pubblico ministero onorario Sonia Ciancaglini ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto che – in questo caso – prelude alla citazione diretta a giudizio. La vittima è un 49enne di San Giovanni Teatino: quando ha visto che la donna non si rassegnava alla fine della storia d’amore e continuava a rendergli la vita un inferno, ha chiesto aiuto ai carabinieri di Sambuceto e raccontato tutto.
A innescare l’indagine è stata la denuncia presentata dall’uomo. Dopo una relazione durata un anno, durante il quale però i due non hanno mai convissuto, lui ha deciso di lasciarla. Non è stato un fulmine a ciel sereno, nel senso che, già in passato, c’erano stati problemi: lei si era mostrata gelosa e possessiva, accusandolo di tradimenti, a dire della vittima inesistenti. Così, una sera, fuori di sé dopo la scelta del compagno di troncare di netto ogni rapporto, l’imputata è andata in escandescenze e lo ha preso a pugni in faccia e morsi sulla guancia. Non contenta, ha sfogato la sua rabbia anche contro l’automobile dell’uomo, danneggiandola a calci. Quello stesso giorno, la vittima ha ricevuto sul suo cellulare qualcosa come 171 chiamate nel giro di appena ventiquattro ore. In altre occasioni, si è presentata a casa dell’ex a tarda notte. Lui, dopo le insistenti citofonate, si è deciso a scendere, perché la donna diceva di voler chiarire definitivamente la storia. Ma è stato costretto a risalire nel suo appartamento per evitare un vero e proprio show in strada. Quando il 49enne, per mettere fine alle pressioni, ha deciso di bloccarle l’utenza telefonica, M.C. ha cominciato a inviare mail a ripetizione, sostenendo di dovergli parlare. Non ricevendo risposta, ha raggiunto l’abitazione dell’uomo. Nel momento in cui quest’ultimo, in compagnia di un amico, è tornato a casa, lei ha iniziato prima ad offenderlo, bloccandolo con la macchina; poi, è passata alle vie di fatto prendendolo a calci sui fianchi e schiaffi in faccia. In base alla denuncia, non è finita qui: l’indagata si è resa protagonista anche di appostamenti sul luogo di lavoro. In un caso, ad esempio, lo ha raggiunto, insultato e preso a calci sul sedere. Oltre a un amico, anche il figlio della vittima (nato da una precedente relazione) ha assistito alle scenate. La donna, difesa dall’avvocato d’ufficio Stefano Azzariti, ha venti giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti e chiedere di essere interrogata.
©RIPRODUZIONE RISERVATA