Apparacchiatura per la radioterapia

CHIETI / OSSPEDALE CLINICIZZATO

Radioterapia, a rischio le cure per i tumori 

Rotte due apparecchiature. Il direttore del reparto Genovesi: «Siamo in ginocchio», insorgono le associazioni  

CHIETI. «Il reparto è in ginocchio». Domenico Genovesi, direttore della Radioterapia oncologica del Santissima Annunziata, non sa più come andare avanti. Uno dei due acceleratori lineari, attrezzatura per la cura dei tumori, è fermo da oltre due mesi perché ormai vecchio e da una settimana si è rotta anche la Tac che serve per il centraggio, operazione preliminare all’utilizzo dell’acceleratore. Nonostante i turni fino alle 23 di notte, il reparto può curare solo un terzo dei pazienti che fanno domanda. Sono infatti circa mille, su base annua, le richieste di cure radioterapiche, a pieno regime il reparto ne soddisfa circa 800, con un acceleratore in meno si arriva a 400, e adesso con la Tac rotta il reparto può curare solo i pazienti che ha in carico con il centraggio già effettuato, porte chiuse per i nuovi. Tutto questo perché si è rotto un pezzo del macchinario che, per essere sostituito, comporterebbe alla Asl un esborso di 40mila euro.
Per quanto riguarda l’acceleratore lineare, invece, le risorse economiche da parte della Regione sarebbero già pronte dal 2017, ma la gara per l’acquisto non risulterebbe essere stata mai avviata, nonostante il direttore generale Asl Thomas Schael sostenga il contrario. Una cosa è aver programmato l’avvio della gara, altra cosa è averla già fatta partire. E comunque anche il manager ammette che siamo di fronte a tempi lunghi: «Occorrono ancora alcuni mesi per portare a termine l’aggiudicazione», dice, «ma nel 2021 avremo sicuramente i nuovi apparecchi». E intanto le liste d’attesa per i trattamenti radioterapici si allungano: 6 mesi per la prostata, 6 mesi per la mammella, 2 mesi per i tumori in sede. E mentre il primario è alla disperata ricerca di soluzioni, insorgono le associazioni che si occupano dei malati oncologiche: l’associazione Gaia, presieduta da Patrizia Bonora, l’associazione Lory a colori, diretta da Monica Marinari, e l’associazione Il popolo di Chieti, di Gianni Di Labio e Roberto Sambenedetto, che avevano già denunciato le problematiche dei malati di tumore costretti a salire su un camion per sottoporsi alla Pet, tornano in campo per dare la sveglia alla Asl. «A Chieti se ti ammali di tumore sei spacciato», dice causticamente l’ex assessore Di Labio, annunciando battaglia.

Thomas Schael, manager Asl Chieti
Il direttore generale Schael replica assicurando che «l’azienda è vicina ai malati oncologici e alle loro necessità e ha già preso l'impegno di acquistare il sistema laser dedicato alla Tac di centratura radioterapica per i pazienti che devono iniziare il trattamento». Schael fa poi sapere che il direttore Genovesi «è stato anche invitato ad anticipare alla ditta, con cui è in contatto, la nostra richiesta di voler provvedere alla fornitura subito dopo la pausa delle festività, poiché l'avvio del nuovo sistema richiede circa un mese».

Cosa che il direttore ha fatto, solo che, visto che la Asl non ha ancora ordinato il pezzo, la ditta non ha intenzione di inviarlo «sulla fiducia». I tempi dunque si allungano e, nel frattempo, i pazienti vengono inviati a Pescara, come fa sapere ancora la Asl teatina: «Il direttore sanitario, Angelo Muraglia», dice infatti Schael, «ha già preso contatti con la Asl di Pescara per i pazienti che non possono essere avviati al trattamento di radioterapia a Chieti prima della riparazione del guasto: qualora necessario saranno accolti al Santo Spirito, senza alcuna necessità di recarsi in generale fuori regione».
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