SAN GIOVANNI TEATINO

Rapina all'Ivri, arrestato il commando / VIDEO

Sono 29, tra esecutori e fiancheggiatori, gli uomini su cui si è stretto il cerchio della polizia tra Abruzzo e Foggia a seguito delle indagini sull'assalto del 2022 al deposito dell'istituto di vigilanza

CHIETI. Da questa mattina è in corso da parte della polizia di Stato una vasta operazione, condotta dalle Squadre mobili delle questure di Chieti e Foggia e dal Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine, nei confronti di diversi soggetti responsabili di rapina aggravata, blocco stradale, ricettazione, riciclaggio, incendio, detenzione e porto di armi, simulazione di reato tutti aggravati dal metodo mafioso.

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L’operazione riguarda l’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini preliminari di L’Aquila, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di L’Aquila, a carico di 6 indagati, nonché l’esecuzione di un decreto di perquisizione emesso a carico di 23 soggetti, tutti indagati nell’ambito del medesimo procedimento penale scaturito dalle indagini, avviate nel 2022, in seguito alla rapina commessa da un gruppo composto da circa 20 rapinatori, con tecniche paramilitari ed armi pesanti, nonchè con l’utilizzo di un escavatore, ai danni dell’Istituto di Vigilanza IVRI-SICURITALIA di San Giovanni Teatino. Una rapina che aveva fruttato 4,8 milioni di euro. 

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L’attività di indagine, avviata nell’immediatezza dalla Squadra mobile di Chieti e dal Servizio Centrale Operativo, con la importante collaborazione della Squadra mobile di Foggia, è  proseguita nei 18 mesi successivi alla commissione del reato ed ha consentito di individuare un gruppo criminale ritenuto responsabile dell’assalto, composto da circa 30 malviventi e di raccogliere gravi elementi indiziari in particolare a carico di 6 soggetti, nei confronti dei quali è stata emessa l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, in prevalenza pregiudicati cerignolani storicamente dediti a tale tipologia di reati, ma anche basisti locali abruzzesi. I reati contestati a tutti gli indagati sono quelli di rapina aggravata, blocco stradale, ricettazione, riciclaggio, incendio, detenzione e porto di armi, simulazione di reato tutti aggravati dal metodo mafioso di cui all’ articolo 416 bis 1 del codice penale.

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L’pperazione ha interessato le province di Chieti, Teramo, Pescara, Foggia, Bari, Barletta-Andria-Trani e Napoli, ed ha visto l’impiego di oltre 300 uomini della Polizia di Stato, tra personale appartenente al Servizio Centrale Operativo, alle Squadre Mobili, ai Reparti Prevenzione Crimine, alla Polizia Scientifica, ai Reparti Volo di Pescara e Bari, alle pattuglie Unità Operative Pronto Intervento e che ha altresì visto l’impiego di unità cinofile antidroga ed antiesplosivo. Oltre alle perquisizioni delegate dalla competente Autorità giudiziaria, durante le fasi esecutive, nell’area cerignolana, si è reso necessario procedere ad ulteriori perquisizioni d’iniziativa alla ricerca di armi ed esplosivi. Gli arrestati sono stati associati presso le Case Circondariali di Chieti, Teramo, Foggia e Trani.

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