Residence abusivo dissequestrate solo le case vendute

Il Riesame respinge l’istanza della ditta costruttrice ma la Cosvim è già pronta a un nuovo ricorso

VASTO. Il tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta di dissequestro del complesso edilizio “Cono a mare”, con 178 appartamenti, presentata dal legale della società, l’avvocato Pietro Pisacane, disponendo tuttavia il dissequestro degli alloggi già venduti, 31. I proprietari, rappresentati dagli avvocati Arnaldo Tascione e Nunzio Gagliotti, che per un mese sono stati custodi giudiziari dei loro appartamenti, adesso potranno disporre liberamente delle case. Altri ricorsi di privati saranno discussi il 25 e il 28 giugno.

La notizia è arrivata in Procura ieri pomeriggio. Le famiglie tirano un sospiro di sollievo. I sigilli scattarono il 29 maggio scorso. Il giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura, dispose il sequestro preventivo dell’elegante condominio rivierasco. Secondo la Procura per realizzare l’opera sarebbero stati aggirati i vincoli normativi e le abitazioni private sarebbero state edificate in assenza di un piano di assetto del territorio. I reati contestati riguardano una presunta lottizzazione abusiva e un intervento edilizio ritenuto illegittimo.

«È stato realizzato un edificio multipiano in un’area non urbanizzata e in assenza del piano di lottizzazione», specificava un comunicato a firma del procuratore capo, Francesco Prete. «Un’accusa del tutto infondata», replicò dopo qualche giorno l'avvocato Pietro Pisacane.

La società edile, documenti alla mano, presentò ricorso al Riesame. «La vicenda parte da un clamoroso errore di partenza che inficia l’intera ipotesi accusatoria del pubblico ministero. La premessa è data dall’asserzione secondo cui il piano regolatore vigente al momento del rilascio del permesso a costruire dell’area prevedesse che l’attività edificatoria potesse essere solo di tipo “indiretto” e quindi sarebbe stato necessario un piano d’attuazione, ossia una progettazione seguita da una stipula. Così non è stato», affermò il legale annunciando ricorso al Riesame. I giudici, però, hanno dato ragione al procuratore Prete, stralciando la posizione dei privati che nell’acquistare gli immobili si avvalsero del controllo di un notaio. La Cosvim, la società costruttrice, tuttavia non s’arrende. Convinta di avere agito nella legalità seguendo un iter legittimo è pronta a presentare nuovi ricorsi. Nel frattempo restano sotto sequestro più di 100 appartamenti e quattro ettari di terreno vicino ai fabbricati. (p.c.)

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