Ricatti a luci rosse, condannato

Soldi pretesi a un imprenditore: «Se non mi paghi dico alla tua famiglia che sei gay». Inflitti sei anni

LANCIANO. Dall’amore clandestino ai ricatti e all’estorsione di denaro per tacere proprio quella relazione, il passo è stato breve. E il giudice Francesco Marino, il polacco di 32 anni Juan Sebastian Krzyzostaniak, residente a Pescara, quel passo l’ha compiuto. Con l’accusa di estorsione il polacco è stato condannato a sei anni di reclusione e 2mila euro di multa. Oltre al risarcimento danni della parte civile di 30mila euro. Pena notevole, vista anche la recidiva che ha portato il giudice a revocare la sospensione condizionale della pena per un furto commesso dall’uomo nel 2011. Una pena che ricalca quasi appieno la richiesta del pm Delfina Conventi che aveva chiesto 7 anni di reclusione e 2mila euro di multa.

Con la condanna in primo grado di ieri, e il risarcimento danni di 30mila euro si è chiusa la prima parte di questa vicenda di ricatti aperta lo scorso luglio con l’arresto del polacco da parte dei carabinieri di Atessa, continuata a dicembre con il rinvio a giudizio deciso dal tribunale di Lanciano e conclusasi ieri con la condanna, che sarà appellata.

Krzyzostaniak, in un processo a porte chiuse per tutelare la privacy della vittima, un imprenditore della Val di Sangro, ha dovuto spiegare al giudice come ha ottenuto i soldi, circa 20mila euro, dall’imprenditore e rispondere così all’accusa di estorsione. Una storia venuta alla luce grazie alle indagini dei carabinieri del nucleo operativo di Atessa. La vittima non ne poteva più delle pressanti richieste di denaro del polacco, conosciuto tempo prima a Pescara dove andava saltuariamente per lavoro. Tra loro era iniziato un rapporto di amicizia, di amore, e all’uomo l’imprenditore inizialmente aveva prestato soldi per aiutarlo, visto che aveva problemi economici. Poi, però, con il passare del tempo, il polacco aveva iniziato a pretenderli quei soldi, tanto che, come evidenziarono i carabinieri, aggiungeva minacce di ritorsioni fisiche e non solo nei confronti dell’imprenditore se non lo avesse assecondato. «Se non mi dai i soldi dico che sei omosessuale alla tua famiglia e ai colleghi di lavoro. Dammi altri mille euro e non parlo più».

E così il giovane consegnava ogni volta soldi a Krzyzostaniak che in un anno è riuscito a intascare circa 20mila euro. Fino alla metà di luglio quando i carabinieri in abiti civili e con i bagagli al seguito, si presentarono alla stazione di Lanciano di via Bergamo dove il giovane aveva appuntamento con Krzyzostaniak per dargli i soldi. Il polacco arrivò, ispezionò la stazione, e si avvicinò all'imprenditore che gli diede i soldi. I carabinieri attesero che Krzyzostaniak intascasse la somma e lo arrestarono.

Teresa Di Rocco

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