Ricatti ai clienti filmati con le prostitute

La polizia: "Gang pronta a tutto". E l'ex priore D'Adamo vendeva i terreni della Curia

VASTO. Organizzare un giro di postituzione, filmare i clienti ed eventualmente ricattarli. Sarebbero state queste, secondo la polizia, le intenzioni di Giuseppe Ventrella e di alcuni suoi collaboratori. Ad inchiodare il commerciante finito in carcere sabato insieme al figlio Ruggero, 26 anni, e a Jari Pellerani, 26 anni, Petrica Calderas, 53 anni, e Luigi D'Adamo, sarebbero le intercettazioni dei colloqui telefonici intercorsi con alcuni presunti collaboratori.

Progetti e aspirazioni fanno parte di un voluminoso dossier consegnato dalla polizia alla magistratura. Accuse che l'avvocato Elisa Pastorelli, legale di Ventrella, contesta con veemenza.

«Ma quale capo clan. Se davvero Giuseppe Ventrella e il figlio Ruggero avessero gestito il giro di estorsione che denuncia la polizia sarebbero ricchi. In realtà versano in uno stato di indigenza. Una settimana fa il presunto capo clan è stato costretto a vendere la macchina», rivela il legale.

La Pastorelli, con i colleghi Giovanni Cerella e Angela Pennetta, confuta anche l'associazione fra gli arrestati. «Non mi risulta che D'Adamo conosca Pellerani. Calderas, poi, attuale suocero di Ventrella, è arrivato a Vasto da 7 mesi», incalza l'avvocato pronta a dare battaglia in aula agli accusatori.

In mano al vice questore, Cesare Ciammaichella, ci sono però le denunce delle presunte vittime di Ventrella e degli altri arrestati. Molti i truffati finiti nella rete dell'ex priore Luigi D'Adamo. Approfittando dell'ampia delega ricevuta dalla Curia, D'Adamo avrebbe venduto diverse particelle di terreno in località Incoronata, millantando la proprietà e falsificando documenti. La Curia ha presentato un esposto in questura ed è pronta a costituirsi in giudizio parte civile. L'arresto di D'Adamo è quello che ha stupito maggiormente la città. Figura di riferimento per molti anni della congrega del Santissimo Sacramento, l'uomo era ritenuto mite, pronto a dare un mano al prossimo in caso di bisogno.

«A noi risulta che il prossimo lui lo ha truffato più volte», rimarca Ciammaichella. «L'ex priore segnalava al clan le persone da estorcere. All'interno dell'associazione è sicuramente una figura di spicco».

Gli arrestati non potranno vedere i difensori fino a giovedì. Nel frattempo in commissariato continuano a sfilare testimoni. «Invitiamo i cittadini che ritengono di poterci dare una mano a venire a trovarci. La loro identità sarà coperta dal riserbo», assicura la polizia. «Insieme è possibile riuscire a combattere e scoraggiare qualsiasi forma di violenza», insiste Alfonso Terribile, il questore.

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