Rifiuti alla Deco protestano i Comuni «Politica assente»

Il pattume di Cerratina trasferito all’azienda dei Di Zio «La discarica frentana, pubblica, al servizio di un privato»

LANCIANO. I rifiuti di Cerratina trasferiti a Chieti invece che ad Avezzano per essere sottoposti a vagliatura e biostabilizzazione per poi tornare, assieme a tutti gli altri rifiuti di Pescara, Chieti e di parte del Teramano, di nuovo a Cerratina. Si risolve così il “pasticcio” dell’indisponibilità dell’impianto Aciam di Avezzano. Ma i comuni di Lanciano e Fossacesia gridano allo scandalo.

«La discarica di Cerratina, pubblica, diventa al servizio dell’impianto Deco dei Di Zio, privato», polemizzano i comuni del centrosinistra, «questa è la sintesi del fallimento della politica e delle istituzioni nella programmazione e nella gestione dei rifiuti».

Intanto dai prossimi giorni nel lungo viaggio percorso dai rifiuti di 53 comuni del consorzio EcoLan, salterà il passaggio relativo alla cosiddetta “tritovagliatura” del pattume indifferenziato che veniva svolta a Cerratina. Una volta separati i rifiuti umidi venivano spediti ad Avezzano, per poi tornare di nuovo a Cerratina. Con la chiusura dell’impianto mobile frentano e dell’impianto di biostabilizzazione di Avezzano, i rifiuti saranno portati tutti nell’impianto di Di Zio a Chieti, l’unico che ha dato disponibilità ad accogliere gli indifferenziati e a trattarli. Una parte di quei rifiuti servirà per realizzare combustibile solido da vendere a cementifici e termovalorizzatori, mentre il resto, circa un 30%, sarà rispedito a Cerratina.

«Questa soluzione», commenta Franco Gerardini, dirigente regionale del settore rifiuti, «consente di far risparmiare i comuni e di garantire maggior vita all’impianto di Cerratina. Prima nella discarica frentana tornava il 95% dei rifiuti, ora invece il 30%, e si tratta di rifiuti trattati, che non producono odori, nè percolato e che producono meno biogas».

Ma Antonio Bianco, consigliere comunale di Lanciano e Andrea Natale, assessore all’ambiente di Fossacesia, segnalano una situazione «che ha dell’assurdo. Comuni e Regione sono in condizioni di ricattabilità da parte del gestore privato», attacca Bianco (Pd), «che può decidere tariffe e azioni unilaterali contando sull’assenza di impianti pubblici. La politica dei rifiuti viene appaltata senza gara ai privati, come fu nello schema dell’inchiesta Rifiutopoli. «Siamo nella condizione», sostiene Natale, «che il pubblico che doveva mettersi in regola prevedendo impianti di compostaggio e biostabilizzazione non lo ha fatto, mentre il privato si avvantaggia. I comuni virtuosi nella raccolta come Fossacesia inoltre, rischiano di pagare caro questo servizio, proprio per la carenza di impianti e di programmazione da parte delle istituzioni».

Daria De Laurentiis

©RIPRODUZIONE RISERVATA