San Camillo: riabilitazione e lungodegenza

23 Giugno 2013

Atessa, confronto-scontro in consiglio comunale sul futuro dell’ospedale. Borrelli: sindaco smentito

ATESSA. Riabilitazione e lungodegenza: è la vocazione che permetterà all’ospedale San Camillo di Atessa di sopravvivere ai tagli e restare aperto. A dirlo è stato il manager Asl, Francesco Zavattaro, nel consiglio comunale aperto sul futuro dell’assistenza sanitaria nei comuni dell’Abruzzo meridionale promosso dal Comune, su proposta del gruppo di minoranza di Giulio Borrelli e condivisa dalla maggioranza e dal sindaco, Nicola Cicchitti.

Oltre tre ore di confronto-scontro sull’assistenza territoriale e sul futuro degli ospedali, a partire da quello di Atessa, che sarà dedicato ai post acuti. Una vocazione, quella della riabilitazione e lungodegenza, ormai nota visto che è stata definita nell’atto aziendale del 2011. Atto in cui si sono poste le basi per i tagli delle unità complesse di Chirurgia, Ortopedia, Pronto soccorso, Anestesia-rianimazione e Laboratorio analisi, dedicate agli acuti. Un presidio quindi “complementare” all’attività degli altri ospedali.

E i posti per acuti? «Dovranno sommarsi a quelli di Lanciano per formare un ospedale di comprensorio che deve essere adeguatamente posizionato», ha risposto il manager Asl che poi ha puntato il dito contro Lanciano: «È stato già licenziato un documento, che chiede un ospedale da 300 posti letto per acuti, ignorato nel suo contenuto tecnico dal Comune di Lanciano che ha tutta la responsabilità di aver dato due indicazioni diverse». Frase che ha provocato la reazione del consigliere di Progetto Lanciano, Giacinto Verna.

Parlare quindi di Atessa come ospedale per post acuti, per il consigliere di opposizione Giulio Borrelli, significa ammettere che il presidio è stato «ridimensionato» e riconvertito: realtà che, ricorda Borrelli, è sempre stata negata da Cicchitti. «Le affermazioni di Zavattaro e la realtà smentiscono il sindaco», ha detto Borrelli aggiungendo: «Discutiamo su dove costruire l’ospedale di comprensorio a patto che non sia una chimera e non serva da alibi per coprire l’impatto dei tagli nell’Abruzzo meridionale, l’area più penalizzata della regione».

Non una chimera per Cicchitti che torna a proporre l’ospedale di comprensorio, frutto di una scelta condivisa da tutti i Comuni, alla foce del fiume Sangro a ridosso di ferrovia, A14 e fondovalle Sangro. Proposta che ha provocato la reazione dell’assessore alla sanità di Lanciano, Evandro Tascione, che ha ricordato come il consiglio comunale della sua città si sia pronunciato per il sito attuale o Villa Martelli. «In ogni caso», ha precisato Tascione, «una decisione di questo tipo non può essere improvvisata da un sindaco, ma va discussa sotto tutti gli aspetti, sanitari e infrastrutturali».

Teresa Di Rocco

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