Scoperta una centrale delle truffe, 17 indagati: tra le vittime anche un ex magistrato //VIDEO

24 Dicembre 2025

Blitz dei carabinieri di Chieti tra le province di Pisa e Firenze: raffica di perquisizioni e sequestri. La banda inviava migliaia di messaggi al giorno per raggirare gli anziani

CHIETI. Una centrale delle truffe che inviava migliaia di sms al giorno per raggirare chiunque, soprattutto gli anziani. È stata scoperta dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Chieti, sotto il coordinamento del procuratore capo Giampiero Di Florio e del sostituto Giancarlo Ciani.  Sono 17 gli indagati: ieri sono scattati sequestri e perquisizioni tra le province di Pisa e Firenze. Tutto è partito lo scorso 15 ottobre, quando è stata perpetrata una truffa telematica ai danni di un ex magistrato. Gli indagati, fingendosi operatori di una società leader nel mercato nazionale dei pagamenti digitali, hanno indotto in errore il giudice in pensione attraverso una serie di messaggi telefonici inviati da utenze intestate a persone inesistenti con generalità false e attribuibili a cittadini extracomunitari. La vittima ha contattato l’utenza che gli è stata indicata in maniera truffaldina e gli interlocutori – spacciandosi per operatori della citata società – gli hanno fatto credere che fosse in atto un pagamento non autorizzato. Nel corso della conversazione, i malviventi sono riusciti a indurla in errore e a farsi riferire le credenziali sia di accesso al conto corrente che dispositive.

Ottenuto l’accesso all’home banking della vittima, i truffatori hanno dapprima innalzato il limite dei bonifici istantanei e poi hanno eseguito due disposizioni di pagamento di ingenti quantità di denaro (uno di 48.500 euro e l’altro di 47.800 euro) verso conti correnti intestati a due soggetti campani, stanziati in particolare tra Napoli e Salerno e successivamente identificati dagli investigatori. I soldi sono stati poi in gran parte immediatamente trasferiti su conti correnti esteri (in Belgio ed in Lussemburgo) riconducibili a società di proprietà e amministrate da persone campane, le quali, a seguito di immediati accertamenti, sono risultate essere, rispettivamente, titolari di numerosi rapporti finanziari in ben 11 istituti di credito differenti. L’analisi dei saldi e delle giacenze medie annuali ha permesso di comprendere che questi conti venivano utilizzati esclusivamente per perpetrare le truffe. La restante parte è stata prelevata in contanti negli sportelli automatici ubicati nelle provincie di Napoli e Salerno da parte di altri di altri indagati del luogo.

Le prime attività di polizia giudiziaria, quindi, hanno permesso di localizzare in Campania le abitazioni degli iniziali indagati (4 residenti a Napoli e 5 tra Salerno e provincia), nei confronti dei quali il Nucleo Investigativo ha eseguito diverse perquisizioni domiciliari, veicolari e personali. Non solo: i militari hanno identificato quattro intestatari dei conti correnti utilizzati per le truffe e sequestrato ingente materiale probatorio, tra cui numerosissime carte prepagate Postepay Evolution intestate a personaggi fittizi che si è scoperto essere state utilizzate per il primo transito del denaro truffato, nonché documentazione bancaria utile per i successivi accertamenti e telefoni cellulari con Sim card telefoniche. Successivamente, l’attività tecnica ha consentito anche di rilevare, tra le altre cose, il metodico ricorso all’inoltro di migliaia sms, sulla falsariga di quello trasmesso il 15 ottobre all’ex magistrato, in direzione di ignare potenziali vittime scelte a caso sul territorio nazionale da parte di persone che vivevano tra i comuni di Fucecchio, Empoli e Santa Croce sull’Arno. L’inoltro degli sms è avvenuto tramite centinaia di sim telefoniche abbinate di volta in volta in consolle multisim, ognuna delle quali capaci di ospitare simultaneamente numerosissime sim telefoniche intestate tutte a soggetti di nazionalità straniera, per lo più pakistana. Le ulteriori indagini hanno, dunque, permesso di localizzare, nel Comune di Santa Croce sull’Arno, l’immobile adibito a call center utilizzato dagli autori dei fatti contestati per inviare, a cadenza quotidiana, migliaia di messaggi di testo dal contenuto simile a quello che ha dato avvio al procedimento penale in argomento. Gli investigatori hanno riscontrato il pieno e consapevole concorso da parte di due dealer, che si trovano a Fucecchio ed Empoli, nell’attività di intestazione delle schede sim in questione a persone extracomunitarie non censite sul territorio nazionale e nella successiva fornitura ai soggetti che poi le hanno impiegate per i fini illeciti indagati.

In particolare, nella giornata di ieri, i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Chieti, coordinati dalla procura della Repubblica teatina, hanno eseguito una vasta operazione eseguendo perquisizioni sia nell’immobile che fungeva da vera e propria centrale – risultato occupato da un 38enne pakistano - e sia nei due negozi di telefonia (dealer) gestiti da altrettanti cittadini pakistani. I carabinieri del colonnello Cosimo Damiano Di Caro e del maggiore Antonio Di Mauro hanno sequestrato complessivamente tre apparati modem multisim, 685 schede sim Iliad, sei notebook, un router 4G, nove cellulari, quattro personal computer e un supporto informatico. Questo risultato investigativo ha permesso di interrompere il flusso quotidiano di migliaia di sms-truffa che, partendo dall’apparecchiatura installata nell’abitazione del cittadino pakistano, raggiungevano una platea indiscriminata di persone, le quali - indotte in errore - fornivano l’involontario accesso ai propri risparmi: tale fenomeno, noto come smishing, dalle risultanze acquisite durante l’indagine, ha procurato ingenti danni patrimoniali, soprattutto ai cittadini più anziani e, quindi, maggiormente vulnerabili. Proseguono gli accertamenti finalizzati a recuperare il denaro delle vittime e individuare ulteriori autori.