CORONAVIRUS

Sevel, la riapertura preoccupa gli operai che viaggiano in bus 

Domani il via dal secondo turno in Val di Sangro: produzione -30%. Sollecitato il piano per il trasporto

ATESSA. La Sevel si prepara domani 27 aprile al battesimo del fuoco dopo una fermata produttiva che dura dal 17 marzo scorso. Tra le prime fabbriche del mondo automotive a partire in Italia prima del 4 maggio e capofila nella galassia Fca per l'adozione di un rigido protocollo anti Covid studiato al dettaglio, lo stabilimento dei furgoni commerciali leggeri riaccende le macchine dopo una delle più lunghe e catastrofiche chiusure in oltre 40 anni di storia dal punto di vista economico e commerciale.

La produzione partirà al secondo turno dopo che i manutentori avranno riavviato le linee e, come vorrebbe il programma aziendale, dovrebbe assestarsi sul 30% in meno rispetto al regime normale, ovvero circa 900 furgoni al giorno rispetto ai circa 1.200. Ma si dovranno fare i conti sulle centinaia di richieste di congedo parentale e di misure a sostegno del reddito previste dal decreto-legge 18/2020, per la sospensione o riduzione dell'attività lavorativa per eventi riconducibili all'emergenza Covid-19, piovute non appena saputo della ripresa delle attività produttive.
I dipendenti hanno paura. E tra le principali cause di apprensione c'è il trasporto pubblico.

«Non ci risulta che siano stati predisposti particolari piani di trasporto, in sicurezza Covid-19, da parte di alcuno», interviene preoccupato il sindaco di Pizzoferrato, Palmerino Fagnilli, «come si farà per le linee che viaggiano piene, come ad esempio il secondo turno Sevel, che parte da Pizzoferrato e che avrebbe bisogno almeno di una corsa bis? E come si farà per le aziende dell'indotto che osservano orari differenziati da Sevel e che non sono servite da mezzi pubblici e, quindi, per gli operai che per abbattere i costi si associavano nei viaggi e adesso non potranno più farlo? La ripartenza non dovrebbe trasformarsi in una pericolosa esposizione delle nostre comunità, finora rimaste lontane ed incontaminate dal virus. Le zone interne potrebbero pagare a caro prezzo il voler ripartire ad ogni costo. Ci auguriamo che anticipare la data del 4 maggio non comporti altri tipi di costi perché la salute non ha prezzo».

Critica sulla disorganizzazione del trasporto pubblico locale è Rifondazione Comunista. «La Regione si è limitata ad emanare una serie di consigli», tuonano Maurizio Acerbo e Marco Fars, «scaricando sugli utenti e sulle aziende i problemi del trasporto: una situazione che suscita ribrezzo e scandalo».
«L'Abruzzo non può permettersi che i numeri dei positivi al Covid tornino ad aumentare», intervengono le consigliere regionali M5s Sara Marcozzi e Carmela Grippa, «dopo tutta la fatica che è stata fatta per limitare il contagio. È un dovere dell'azienda e delle istituzioni regionali non far correre alcun rischio a nessuno dei lavoratori che saranno impegnati a partire da lunedì».
Lo Slai Cobas, in un’azione congiunta delle segreterie di Chieti e Napoli (per lo stabilimento di Pomigliano), ha intimato Fca ad adempiere alla normativa di sicurezza e ai decreti governativi.
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