Sevel, operaio costretto a urinarsi addosso

Atessa, la denuncia del sindacato Usb: "Non è stato mandato al bagno". Acerbo: "Il totalitarismo di Marchionne"

ATESSA. Un lavoratore della Sevel "è stato costretto a urinarsi addosso". Lo denuncia il sindacato Usb che ha proclamato un'ora di sciopero alla Sevel, dalle 20 alle 21 di martedì scorso. "L'uomo aveva più volte chiesto di potersi recare al bagno - spiega l'Usb lavoro privato Chieti - inascoltato, si è visto costretto ad urinarsi addosso. L'episodio varca ogni limite della decenza. Un fatto gravissimo che lede la dignità del lavoratore vittima dell'episodio e quella di tutti i lavoratori in generale. Pretendiamo che situazioni simili non si ripetano mai più".

Allo sciopero indetto dalla Usb hanno aderito 23 operai su circa 6000. Venuti a conoscenza dell'episodio, gli altri sindacati hanno chiesto e ottenuto un incontro con l'azienda.

Ora sul caso interviene Maurizio Acerbo di Rifondazione comunista: "Spremere i lavoratori fino al divieto, ripetuto e continuato, di poter andare in bagno, è un fatto di una gravità inaudita, da condannare senza mezzi termini. Da molti anni nel gruppo Fca si assiste all’incremento di ritmi e carichi di lavoro al limite del sostenibile. Troppo spesso gli aumenti di produttività sono stati salutati come un fatto positivo, senza chiedersi come fossero possibili, ogni anno, aumenti produttivi da record".

Acerbo continua e punta contro il "totalitarismo di Marchionne": "Nei giorni scorsi la risposta è arrivata, di nuovo, dalla palese manifestazione delle condizioni che i lavoratori, loro malgrado, sono troppo spesso costretti a subire. L’arroganza aziendale si è spinta fino a costringere un lavoratore ad urinarsi addosso, dopo che per troppo tempo gli è stato vietato di recarsi in bagno. La produzione viene prima di tutto e perciò i lavoratori non possono permettersi nemmeno il lusso di espletare bisogni fisiologici normali per qualsiasi essere umano. La capacità produttiva di un impianto come quello Sevel, se non fosse in mano ad un arrogante finanziere come Marchionne, potrebbe essere utilizzata per redistribuire ricchezza alla collettività. Invece, arricchisce azionisti e Marchionne che investe negli USA e delocalizza in Serbia e Polonia. Ai lavoratori, invece, costretti a carichi e ritmi di lavoro insostenibili, non viene riconosciuta nemmeno la dignità umana".